Gli scavi di Palazzo Valentini, a Roma, arricchiti da ricostruzioni digitali
Gli scavi di Palazzo Valentini, a Roma, arricchiti da ricostruzioni digitaliAl centro di Roma e al centro dell’Impero. Le Domus Romane di Palazzo Valentini sono un’antica e straordinaria testimonianza di uno dei periodi storici più celebri di tutta l’umanità. L’Impero romano, protagonista delle vie e delle piazze di Roma, maestoso nel Colosseo, è ancora percepibile nelle meraviglie che si incontrano a ogni angolo della città eterna. Il Palazzo, dal 1873 sede della Provincia, fu edificato a partire dal 1585 dal Cardinale Michele Bonelli, nipote di Papa Pio V. Nel corso degli anni vennero alla luce i reperti dell’antica villa romana che, con gli scavi avviati nel 2006 e conclusi nel 2010, permettono ai visitatori di godere di un vero e proprio tour nell’antica Roma.
La visita alle Domus Romane è resa estremamente caratteristica dall’esperienza multimediale, che permette di vivere in modo realistico l’ambiente dell’epoca, ed è accompagnata da una ricostruzione, sotto forma di un grande plastico, dell’area dove si trovavano le dimore nella capitale dell’epoca. Grazie agli scavi realizzati, ai reperti rivenuti e a un team di storici e archeologi è stato possibile ricostruire digitalmente l’ambiente che appare quindi nella sua completezza originale. I mosaici, le pareti decorate, i pavimenti in marmo, le statue e i giardini tornano al loro antico splendore restituendo le sensazioni e la ricchezza visiva di uno dei luoghi simbolo dell’élite e della magnificenza imperiale.
Il sito archeologico è diviso in due parti: la Domus A e la Domus B. Entrambe, che si ritiene appartenessero a importanti famiglie dell’epoca, forse di senatori, furono costruite nel periodo imperiale e sono un fulgido esempio di abitazione patrizia. La prima vanta una decorazione pavimentale a mosaico risalente circa al IV secolo d.C. costituita da tessere a fantasia geometrica. La seconda, Domus B, è più completa e fedele alla sua struttura originaria: datata circa II secolo d.C. era arricchita anche di un impianto termale, di cui si possono ammirare le tubature di terracotta per la diffusione del calore, e un’antica aula di rappresentanza interamente rivestita di pregiati marmi colorati.
Dopo essere entrati a Palazzo Valentini si scende nei sotterranei e qui ha inizio il tour multimediale, che dura poco meno di un’ora, attraverso una serie di sale con pavimenti trasparenti che permettono al visitatore di ammirare, intorno e in basso, i resti originali e gli effetti della videografica che ricostruisce la pavimentazione, i mosaici e l’intero ambiente della Domus. Tutto questo è accompagnato dalla guida esperta di Piero Angela che illustra, tramite registrazione, la vita di chi abitava in questi luoghi eccezionali, descrivendo funzioni, riti e particolarità di ogni stanza e aspetto della quotidianità patrizia nella Roma imperiale. Le proiezioni che scaturiscono dal buio regalano effetti indubbiamente realistici e suggestivi del salone dei ricevimenti, della biblioteca e altri luoghi rinvenuti. L’offerta turistica non si limita però alla narrazione della vita nella Domus ma sfocia nella descrizione delle abitudini culinarie (grazie anche al ritrovamento di alcuni reperti di cibo) e in alcune nozioni storiche sulle tecniche di costruzione delle strade in quell’epoca, capolavoro strategico e architettonico dell’impero.
Le Domus Romane, secondo gli storici e gli archeologi, furono abbandonate improvvisamente nel V secolo d.C. probabilmente a causa di un terremoto che sconvolse la zona. In seguito non ci fu ristrutturazione e l’area divenne un sito di scarico di materiali provenienti da altre parti della città e di sepoltura. Alla fine del XVI secolo il Cardinale Bonelli ordinò la costruzione del palazzo che vediamo oggi, ristrutturato e ampliato varie volte nel corso degli anni. Marchesi, consoli e alti prelati si sono passati la proprietà dell’edificio lasciando importanti tesori artistici, fino a che non è stato acquistato dal banchiere prussiano Vincenzo Valentini (da cui deriva il nome) e infine tornato allo Stato per ospitare la sede della Provincia di Roma.