L'importanza storica del castello di Udine
L'importanza storica del castello di UdineUna piccola collina, si dice fatta alzare da Attila per godersi il panorama di Aquileia incendiata, spicca sull’abitato di Udine; su questa si erge il castello, imponente costruzione cinquecentesca. In effetti non ha l’aspetto di un castello: non è merlato, non ha mura difensive, non ha il ponte levatoio. Ma il suo nome è famoso. Fu lo scrittore Carlo Emilio Gadda, nel 1934, che usò ‘Il castello di Udine’ come titolo a una sua celebre raccolta di racconti, una parte dei quali dedicata alla prima guerra mondiale, alla quale aveva partecipato. Fino alla disastrosa battaglia di Caporetto, nel 1917, Udine era la sede dell’alto comando italiano dell’esercito, tanto che era definita ‘la capitale della guerra’; da qui, poi, partivano i reggimenti degli Alpini che raggiungevano il fronte. Così per Gadda il castello diventa il simbolo della patria, dell’Italia per cui aveva combattuto.
La collinetta in realtà è di origine morenica e ha la modesta altezza di 138 metri; nonostante questo, però, il panorama che offre sulla pianura e sulle Alpi Carniche è davvero notevole. Prima tappa per raggiungere il castello è piazza Libertà, abbellita dalla Loggia del Lionello, quattrocentesca, in stile gotico veneziano, dalla Loggia di San Giovanni, cinquecentesca, e dalla Torre dell’Orologio. La salita al colle inizia in corrispondenza dell’Arco Bollani, progettato dal Palladio; si costeggia un’altra loggia, quella del Lippomano, quindi ci si trova su un grande spazio aperto, dominato dal palazzo.
Questo fu eretto a partire dal 1517, al posto di quello andato distrutto nel 1511 a causa di un terremoto. Il castello precedente fu la sede, a partire dal 983 (è di quest’anno la prima notizia scritta), dei 17 patriarchi che governavano la città e poi, a partire dal XV secolo, dei luogotenenti veneti fino al 1797, anno in cui cadde la repubblica della Serenissima. Dopo essere stato trasformato in tribunale, carcere e caserma, divenne sede dei musei civici della città. Il progetto della costruzione attuale è di Giovanni Fontana, ma non fu mai portato a termine completamente per mancanza di fondi. Il castello fu pesantemente danneggiato durante il terremoto del 1976, ma venne riaperto al pubblico già nel 1980. Al piano terra e nel mezzanino ha trovato posto il Museo Archeologico, mentre al piano nobile sono la Galleria d’Arte Antica e il Salone del Parlamento. Al piano superiore sono ospitati il Museo Friulano di Fotografia e la Galleria di Disegni e Stampe.
Base del Museo Archeologico sono le collezioni create attraverso gli scavi effettuati nella regione tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento; la collezione Ciceri, poi, raccoglie numerose sculture lignee che illustrano la religiosità popolare dell’arco alpino orientale. Fra queste figura anche una Madonna con Bambino di fine Quattrocento. Il cosiddetto piano nobile è caratterizzato dal grandioso salone del Parlamento, ideato nel 1560 da Giovanni da Udine; le pareti sono ricche di affreschi, opera di G.B. Grassi, Pomponio Amalteo e G.B. Tiepolo, che rappresentano le glorie dell’antichità romana e la magnanimità del potere veneziano. La Galleria d’Arte Antica è in gran parte frutto delle confische agli enti religiosi: le opere, qui raccolte a partire dal 1866, offrono una panoramica dell’arte civile e religiosa friulana dal Trecento fino a metà dell’Ottocento. Vi sono rappresentati molti artisti veneti del Sei-Settecento, tra cui Tiepolo, Zuccarelli e Andrea Appiani, nella collezione della Galleria dei Disegni e delle Stampe. Vi è poi il Museo Friulano della Fotografia, che costituisce un’importante testimonianza storica e artistica della regione. Sul tetto è la Specola del Guardiafogo, usata in passato come torretta di osservazione dalle guardie antincendio.
Poco distante dal palazzo è Santa Maria di Castello, chiesa edificata su un precedente edificio del V-VI secolo, la cui forma attuale risale invece alla fine del XII secolo; la facciata è rinascimentale. L’interno ospita affreschi risalenti a vari periodi: duecentesco è il ciclo pittorico fra i più importanti del Friuli, con la Deposizione, la Morte della Vergine e il Battesimo di Gesù. Nell’ottobre del 1921 fecero sosta qui le salme di alcuni soldati sconosciuti prima che venissero portate alla basilica di Aquileia, dove avvenne la scelta della bara (il Milite Ignoto) che fu trasportata a Roma.
Orario d'apertura
Dal 1/10 al 30/4: dal martedì alla domenica dalle ore 10.30 alle 17.00
Dal 1/5 al 30/09: dal martedì alla domenica dalle ore 10.30 alle 19.00