La fortezza degli Svevi in provincia di Messina
La fortezza degli Svevi in provincia di MessinaProtetto da alte mura da una parte, dallo strapiombo della rupe rocciosa dall’altra, il castello di Milazzo, oggi monumento nazionale, svetta sulla cima del borgo fortificato della città, in provincia di Messina.
Dall’alto della sua posizione il maniero dominava il mare e tutto il territorio sottostante. Il porto era un approdo favorevole sfruttato sin dagli antichi. Una leggenda racconta addirittura che dalla sua spiaggia ripartì Ulisse dopo la sua disavventura con Polifemo: proprio da queste rive l’eroe riuscì a prendere il mare per la sua adorata Itaca, sfuggendo così al ciclope accecato e infuriato. Abitata sin dal Neolitico, circa dal 4000 a.C., con l’arrivo dei primi coloni greci dagli insediamenti preistorici nacque la città di Mylai.
Il nucleo più antico del castello risale all’843, quando gli Arabi costruirono la prima fortificazione sui resti delle rovine greche e romane. In seguito subentrarono i Normanni, gli Svevi e gli Aragonesi che ne modificarono l’impianto difensivo.
La fortezza di Milazzo testimonia quel processo di potenziamento delle città minacciate dalle invasioni dei turchi e dei pirati nordafricani; posta al centro del Mediterraneo e con il sostegno di una monarchia forte come quella normanna, tra XI e XII secolo la Sicilia rafforzò ancor di più la sua posizione di mediatrice dei commerci e della cultura tra Oriente e Occidente, e tra Africa ed Europa. Le esportazioni di grano e il commercio di una vasta gamma di prodotti concentrarono nelle mani dei commercianti siculi una cospicua quantità di ricchezze.
La storia del castello è legata allo sviluppo dell’architettura fortificata della Sicilia anche per altri motivi: durante le rivolte del 1231-32, che ebbero il loro centro propulsore a Messina, furono costruiti nuovi castelli a Catania, Siracusa, Augusta e furono rimaneggiati i manieri di Milazzo, Lentini, Caltagirone. Fu, inoltre una delle principali roccaforti durante la rivolta dei Vespri, del 1282.
Il centro storico di Milazzo si sviluppa intorno al castello, nella parte più alta della città; una cinta di mura racchiude la cittadella fortificata, la cinta spagnola, che apre l’ingresso alla città murata. La cittadella risale al 1529, alla reggenza di Carlo V. Le mura sono un vero e proprio esempio di fortificazione imponente con merloni, piombatoi e i due bastioni di S. Maria e delle Isole. All’interno si trovavano i palazzi del potere – quali sedi giudiziarie e amministrative - luoghi di culto, stalle, cisterne, magazzini e locali vari, ma anche carceri e camminamenti sotterranei. All’interno della cittadella si conservano ancora il Duomo Antico e il Palazzo dei Giurati. Proprio di fronte al castello si affaccia quella che una volta era la sede del tribunale dell’Inquisizione, adesso diventato la Chiesa del Rosario con il convento domenicano. Il centro della città è dominato dal castello con il borgo vecchio. Il mastio, a pianta quadrata, è di origine normanna, ed è circondato dalla cinta aragonese, costruita alla fine del Quattrocento. L’ambiente più elegante del castello è un grande salone che ospita al suo interno un possente camino.
Nella sacrestia del Duomo è possibile visitare la mostra permanente dedicata ai reperti rinvenuti all’interno delle fortificazioni; sono raccolti circa 200 monete, pipe e fischietti in terracotta, pietre focaie, medagliette devozionali, antichi proiettili e la riproduzione della ‘gabbia di Milazzo’. Il reperto originale della gabbia è conservato presso il museo di Criminologia di Roma, si tratta di uno strumento di tortura in ferro battuto ritrovato per caso nel 1928 contenente ancora lo scheletro.
In città si conservano anche i resti precedenti la fondazione dell’antica Mylai: sono alcune necropoli dell’età del Bronzo (XV-XIII a.C.) caratterizzate da tombe a inumazione.
Se si esce dalla città e si prosegue in direzione nord si arriva a Capo di Milazzo con il caratteristico faro. Il promontorio offre due passeggiate, la più occidentale percorre la costa e raggiunge una vecchia tonnara oggi trasformata in abitazioni; la seconda camminata è invece più panoramica, passa sulla scogliera e raggiunge una scalinata che conduce a un piccolo eremo rupestre, dove, secondo la leggenda, si sarebbe rifugiato Sant’Antonio durante una tempesta. Se si desidera, dal porto della città è possibile raggiungere le isole Eolie.