Strada del Vino e dei Sapori della Sibaritide
Strada del Vino e dei Sapori della SibaritideLa Sibaritide è il cuore dell’agricoltura della Calabria: è una terra antica, che prende il nome da Sybari, la prima colonia greca nonché una delle principali città della Magna Grecia, famosa nel mondo antico per la sua raffinatezza e ricchezza. La Strada del Vino e dei Sapori della Sibaritide tutela i prodotti che meglio definiscono l’identità della zona: i vini IGT Esaro e Valle dei Crati, la clementina di Calabria Igp e la liquirizia.
La piana di Sibari rientra nella provincia di Cosenza: situata tra il Pollino e la Sila, è la più grande pianura della regione. I comuni coinvolti dalla strada sono Corigliano Calabro, Schiavonea, Rossano, Sibari, S. Demetrio Crotone, San Giorgio Albanese, Villapiana, Trebisacce, Amendolara, Roseto Capo Spulico, Albidona, Altomonte, San Donato di Ninea, San Sosti, Mottafollone, San Lorenzo del Vallo, Spezzano Albanese, Terranova da Sibari, Tarsia, Oriolo, Rocca Imperiale.
Sibari antica è rimasta un mistero per secoli, perduta nell’impaludamento medievale della piana; gli archeologi hanno rinvenuto il sito della mitica città solo a partire dagli anni Cinquanta del Novecento. Oggi si può visitare il Parco archeologico della colonia achea nei pressi di Cassano all’Ionio, nella frazione di Sibari, i cui reperti sono conservati presso il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide.
La Sibaritide non annovera all’interno del suo repertorio gastronomico vini DOC, ma due tipi a Indicazione Geografica Tipica: Esaro e Valle dei Crati. Il vino Esaro è proposto in due varianti; il rosso, dal color rubino e dal gusto aromatico, raggiunge una gradazione di circa 12-14°; il bianco, invece, si distingue per un colore giallo paglierino, un gusto secco ma anch’esso aromatico, con una gradazione di circa 11,5°. Il vino Valle dei Crati si trova in più varianti tra bianco, rosso, rosato, novello e passito.
La piana di Sibari è conosciuta in tutto il mondo come la patria della liquirizia. Dal gusto dolce-amarognolo e dal sapore intenso, la liquirizia vanta molteplici proprietà terapeutiche e svariati usi gastronomici, che spaziano dai semplici bastoncini di radice a molteplici prodotti tra i quali i liquori e le famosissime caramelle. Qui si concentra circa l’80% della produzione nazionale, soprattutto nella zona intorno a Rossano.
La pianta, chiamata dai locali Regalizia, appartiene alla famiglia delle Leguminose; cresce spontanea in tutta la zona, non è raro trovarla ai bordi di altre coltivazioni, deve però crescere almeno tre anni prima dell’estirpazione; raggiunge circa un metro e mezzo di altezza e le sue radici si estendono nel terreno anche per diversi metri.
La tradizione della coltivazione della liquirizia vanta origini lontane. Le prime aziende vennero avviate nel Settecento; la liquirizia calabrese ottenne subito un gran successo, grazie all’esportazione anche a livello internazionale.
A Rossano, presso la contrada Amarelli, è possibile visitare il Museo della Liquirizia ‘Giorgio Amarelli’; un percorso illustra il ciclo di coltivazione ed estrazione della radice, le tecniche di produzione dell’azienda Amarelli, una delle più antiche della zona; sono esposte foto e macchinari d’epoca, attrezzi agricoli e oggetti della vita quotidiana.
Il patrimonio gastronomico della Sibaritide vanta la produzione della clementina, noto incrocio tra l’arancio amaro e il mandarino, raccolto prevalentemente da ottobre a febbraio. L’origine del frutto è esotica: i primi esemplari furono importati dall’Algeria negli anni Trenta del secolo scorso e ritrovati nell’orto di frate Clemente, da cui il nome. Il clima mite e regolare della regione calabrese crea un habitat ideale per la coltivazione dell’agrume. La produzione della clementina calabrese occupa circa il 60% della produzione nazionale. Alla sua coltivazione sono dedicati 12.000 ettari, con una produzione di circa 200.000 tonnellate annue. Sono tipici della zona anche la limetta, simile al limone, e un tipo di arancia denominata Biondo tardivo.
Ulteriori prodotti locali della piana di Sibari sono il Caciocavallo Silano DOP, e più a nord, nella zona di Trebisacce, le acciughe lavorate e conservate nel sale secondo una tradizione portata avanti dai pescatori della zona.
Museo della Liquirizia ‘Giorgio Amarelli’