Il fascino delle popolazioni italiche indigene
Il fascino delle popolazioni italiche indigeneUn’importante parte di storia sconosciuta ai più e che viene spesso oscurata dalla nascita e dallo splendore dell’Impero romano riguarda tutte quelle popolazioni indigene che abitavano la penisola italiana prima dell’arrivo della discendenza di Enea: tra queste è doveroso ricordare i Piceni, che occuparono il territorio delle Marche già durante l’Età del Ferro. Il loro nome deriva da picus, ovvero il picchio, uccello sacro al dio Marte, che secondo la leggenda guidò un gruppo di Sabini durante la migrazione verso il territorio dell’attuale Osimo, dando così origine alla civiltà picena; ancora oggi il simbolo del picchio è un elemento fortemente identificativo, appare infatti sullo stemma della regione delle Marche. Il modo migliore per conoscere queste società è quello di recarsi sul posto e visitare tutti quei luoghi intrisi di storia e tradizioni antiche e scomparse, tra le quali affonda le radici il nostro presente.
Tutta la zona di Osimo ha visto alternarsi diverse popolazioni: fu fondata dai Piceni del IX secolo a. C., nel VII divenne una città greca, successivamente vide il passaggio dei Galli, e infine divenne Auximum, città romana. La maggior parte delle informazioni sui Piceni, in particolare sulla sfera socio-economica, proviene dalle numerose necropoli, oltre a qualche abitazione, che si sono conservate nella provincia di Ancona e che costituiscono la testimonianza più importante del popolo del picchio.
Numana fu probabilmente il centro più famoso del territorio piceno, la città era già allora utilizzata come approdo naturale. Tra le 500 tombe rinvenute tra Numana e Sirolo, i ricchi corredi sono tra i reperti più interessanti poiché ci dicono moltissimo sulla storia del popolo, sugli scambi commerciali e sulle influenze delle altre civiltà, soprattutto artistiche e artigianali; le sepolture, la maggioranza a inumazione, e i rispettivi corredi si differenziano tra tombe maschili, caratterizzate per lo più da utensili e armi, tra cui elmi e pugnali, o femminili, con monili, elementi decorativi e ornamentali, ma anche vasellame greco e romano, bronzi etruschi e sculture. Recentemente è stata ritrovata in località ‘I Pini’ di Sirolo una sepoltura a circolo della fine del VI secolo a. C. di straordinario valore, chiamata la tomba della Regina picena di Sirolo; tra i reperti risaltano due carri smontati e sistemati nella tomba e un ricchissimo corredo con oltre 1700 monili e molti pezzi di suppellettili.
L’Antiquarium statale di Numana raccoglie parte del materiale archeologico rinvenuto tra Numana e Sirolo: corredi tombali del sec. VII-VI a. C. fibbie, pettorali, vasi, sculture e oggetti che spaziano dal Paleolitico alle culture picena, greca, etrusca e romana. Tra i reperti più famosi vi sono una parte di un morso da cavallo in bronzo, la testa di un guerriero risalente a un periodo tra VI e il V secolo a. C. e la famosa testa del I secolo a. C. detta ‘Vecchio di Osimo’.
Del periodo romano di Osimo rimangono alcuni resti delle mura, un mausoleo sotterraneo e la Fonte Magna, un ninfeo romano adattato a fontana che la leggenda collega a Pompeo Magno, il quale fece abbeverare i cavalli proprio presso la fonte.
Sirolo è inoltre una dei principali accessi al Parco naturale regionale del Cornero con l’omonimo monte che si staglia a picco sul mare; per la conformità del territorio, il parco è caratterizzato da zone ambientali completamente diverse tra loro, che hanno dato luogo a un paesaggio estremamente vario: una falesia calcarea sul mare, bellissime coste, tra le quali spicca la Spiaggia delle due sorelle, ma anche colline, valli e tutta la zona umida con i due laghi principali e la zona del fiume Musone. Tutta la distesa di vegetazione è inoltre ricca di mammiferi, insetti e moltissimi rapaci.
Antiquarium Statale di Numana
Via La Fenice, 4 Numana (AN)
Aperto tutti i giorni dalle 08.30 alle 19.30
www.archeomarche.beniculturali.it
Tel: 071 9331162
Museo Archeologico delle Marche di Ancona
Via G. Ferretti, 6
60121 Ancona
Aperto tutti i giorni tranne il lunedì dalle 08.30 alle 19.30
www.archeomarche.it
Tel: 071 202602