Benché oggi non ci sia alcun impedimento che ostacoli il desiderio di una donna di viaggiare da sola, nell'Ottocento le cose non erano altrettanto semplici. Ecco chi ci ha spianato la strada.
Benché oggi non ci sia alcun impedimento che ostacoli il desiderio di una donna di viaggiare da sola, nell'Ottocento le cose non erano altrettanto semplici. Ecco chi ci ha spianato la strada.Se oggi una donna vuole mettersi in viaggio da sola, non c'è niente che possa impedirglielo. Né i mezzi economici, né le condizioni sociali, né la mancanza di conoscenze. E chi avesse bisogno di supporto o consigli può sempre trovare tutto il sostegno e i suggerimenti di cui ha bisogno in gruppi come In viaggio da sola, in cui si condividono esperienze e consigli.
Ma questa preziosissima libertà è frutto delle lotte contro i pregiudizi e gli ostacoli sociali che alcune delle pioniere dell'esplorazione hanno abbattuto per noi nell'Ottocento. Come hanno fatto le aviatrici, che oggi hanno sdoganato l'immagine di una donna alla cloche di un'aereo, anche l'arte e la scienza dell'esplorazione ha le sue antesignane.
Ecco le donne che hanno dedicato la propria vita ad esplorare il mondo.
La pioniera assoluta delle donne esploratrici è Jeanne Baret. Vissuta in Francia tra il 1740 e il 1807, è stata la prima esponente del sesso femminile a circumnavigare il mondo. Tuttavia, per farlo, ha dovuto travestirsi da uomo.
Per l'occasione si arruolò come valletto ed assistente del naturalista Philibert Commerson, con il nome di Jean Baret. Entrambi si unirono alla spedizione di Louis Antoine de Bougainville sulle navi La Boudeuse ed Etoile. Secondo il racconto di Bougainville, oltre ad essere una spericolata avventuriera, Jeanne stessa era un'esperta botanica. Tuttavia sulla sua istruzione i suoi biografi non hanno certezze. C'è chi dice che le origini ugonotte della madre, un gruppo con un'importante tradizione letteraria, siano state alla base della sua cultura. C'è chi sostiene che tutto ciò che la ragazza sapeva, lo dovesse al sacerdote di La Comelle, un villaggio in Borgogna. La relazione con Philibert Commerson, da cui Jeanne ebbe anche un figlio, fu alla base della grande impresa della donna. La legge del tempo vietava la presenza di donne a bordo delle navi francesi, così i due ricorsero al travestimento.
Commerson e Jeanne si imbarcarono. Lui aveva problemi di ulcere alla gamba, che il "suo" assistente passò molto tempo a curare, nonostante questo non impedisse ai due di prelevare campioni e studiarli. A Rio de Janeiro, luogo pericoloso in cui il capitano della nave Étoile fu ucciso a riva poco dopo il loro arrivo, Commerson era ufficialmente confinato sulla nave per curarsi la gamba, ma lui e Jeanne raccolsero comunque campioni di fioritura di una pianta che chiamarono Bougainvillea.
Dopo una vita passata a studiare e navigare, Jeanne riuscì a sposarsi e a tornare in patria, dove acquisì i soldi lasciateli da Commerson. Nel 1875 le fu anche concessa una pensione di 200 livree dal ministero della Marina francese. Il documento ufficiale chiarisce il motivo di tale concessione: "Jeanne Baret, grazie ad un travestimento, circumnavigò il globo su uno dei vascelli comandati da de Bougainville. Si dedicò in particolare ad assistere de Commerson, dottore e botanico, e condivise con grande coraggio il lavoro ed i pericoli di costui. Il suo comportamento fu esemplare e de Bougainville gli riconobbe numerosi meriti.... Sua Altezza è stato abbastanza gentile da concedere a questa donna straordinaria una pensione di 200 livree da prelevare dal fondo per invalidi, e questa pensione verrà pagata dall'1 gennaio 1785".
Annie “Londonderry” Kopchovsky è stata la prima donna a girare il mondo in bicicletta.
L'impresa, compiuta in precedenza dal collega ciclista Thomas Stevens, ha dell'incredibile per un motivo: Annie lo fece senza aver mai guidato prima un velocipede. Ebrea Lettone immigrata negli Stati Uniti, nonché madre di tre figli, partì dal Massachussets in sella ad una bicicletta Columbia il 25 luglio 1894. L'incredibile impresa nacque per una scommessa con due facoltosi gentiluomini di Boston, che sostenevano l'impossibilità per una donna di eguagliare o migliorare l'impresa di Stevens, svolta 10 anni prima. Per confermare la loro teoria scommisero anche un'ingente somma di denaro.
Annie Londoberry - nome con cui presto divenne nota - raccolse la sfida, imparò ad andare in biciletta e, attraversando la Cina, toccando Singapore, Gerusalemme e Parigi, tornò in America 15 mesi dopo a testa alta, vincendo la scommessa e diventando un'icona dell'emancipazione femminile. Da questa avventura è nato anche un libro, scritto dal pronipote della prodigiosa ciclista.
Un'altro simbolo d'indipendenza e coraggio è Alexandra David-Néel, la prima donna esploratrice occidentale a raggiungere nel 1924 Lhasa, città all'epoca proibita per gli stranieri.
Oltre ad essere una vera avventuriera, Alexandra mostrò sin da subito di essere un vero spirito libero. A soli 18 anni, nel 1886, lasciò la casa dei suoi genitori a Bruxelles, per viaggare in sella ad una bici verso la Spagna e da lì verso Francia e Inghilterra. Quattro anni dopo, grazie a un'eredità proveniente dalla nonna materna, arrivò in India, girandola in lungo e in largo. Qui, per mantenersi, sfruttò le sue doti canore, diventando anche la prima donna a cantare nell'Opera di Hanoi.
Nel 1902 le venne offerta la direzione artistica del teatro di Tunisi: vi si trasferì, promettendo a se stessa di tornare in Asia. In Africa settentrionale studiò il Corano e conobbe l'ingegnere ferroviario Philippe Néel. I due si sposarono due anni dopo, ma ben presto Alexandra capì che la vita matrimoniale non faceva per lei. Sempre appassionata di novità e viaggi, di comune accordo con suo marito, si trasferì nuovamente in Inghilterra per apprendere in maniera approfondita la lingua inglese, fondamentale per gli studi di orientalistica, di cui era appassionata.
Dal 1914 al 1916 visse in eremitaggio in una caverna nel Sikkim, stato federato dell'India, praticando esercizi spirituali con il monaco tibetano Aphur Yongden, che divenne il suo compagno di vita e avventure e che in seguito adottò come figlio. A causa della Prima Guerra Mondiale, non riuscì a tornare in Europa. Quindi si diresse verso il Giappone, dove incontrò Ekai Kawaguchi, che nel 1901 aveva visitato Lhasa. Il desiderio di imitarlo la spinse a Pechino e da lì, a piedi e travestita da tibetana, sfidò la guerra civile cinese pur di raggiunse Lhasa nel 1924. La sua curiosità l'ha portata a vivere fino a 101 anni: è morta però non in Asia, bensì in Provenza.
Grace Marguerite seguì la sua curiosità del mondo per i cieli: fu infatti la prima donna a circumnavigare il globo con un dirigibile.
Non fu un'aviatrice ma, grazie alle sue doti di scrittrice, contribuì a diffondere la passione per il volo, vivendo innumerevoli avventure aeree e documentandole su numerosi quotidiani americani tra i tardi anni Venti e i primi anni Trenta. Nel 1929 scrisse un resoconto per Herald and Examiner sul suo volo a bodo dell'LZ 127 Graf Zeppelin, il primo aeromobile a circumnavigare il globo.
Giunti ai giorni nostri, uno dei nomi di spicco tra le donne esploratrici resta quello di Rosie Swale Pope, la prima donna a girare il mondo correndo. Per questa impresa ha consumato 52 paia di scarpe.
Il suo spirito avventuroso l'ha portata a viaggiare in catamarano con il suo primo marito e sua figlia negli anni Settanta, ad attraversare in solitaria l'Atlantico, a visitare dopo aver percorso quasi 5.000 km a piedi, Capo Horn. Alla fine degli anni Ottanta scopre la corsa e inizia a correre una maratona dopo l'altra, compresi i 1.610 km dal circolo polare artico a Reykjavik. Dopo la morte di suo marito Clive per un cancro alla prostata, nel 2002 Rosie ha trovato la forza di rimettere insieme la sua vita grazie alla corsa. Ha deciso di correre in tutto il mondo per raccogliere fondi per il Prostate Cancer Charity e per un orfanotrofio in Russia. L’impresa è iniziata nel 2003 ed è durata ben cinque anni. La sua ultima impresa risale al 2015: a 69 anni Rosie ha attraversato l'America, correndo da New York a San Francisco, proprio come Forrest Gump.
In questa infografica creata da Momondo, ecco le altre donne che hanno contribuito a fare la storia in rosa dell'esplorazione.