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Mollo tutto e cambio vita: lo speciale

PEOPLE: L'ATTUALITA'
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Monica, l'escape coach che ti aiuta a mollare tutto e cambiare vita

Tutto è iniziato con la sua fuga personale. Da allora, Monica tiene seminari e consulenze per tutti i potenziali "escaper" che hanno bisogno di un piano per mollare il proprio lavoro e cambiare vita.

Tutto è iniziato con la sua fuga personale. Da allora, Monica tiene seminari e consulenze per tutti i potenziali "escaper" che hanno bisogno di un piano per mollare il proprio lavoro e cambiare vita.

"Ci sono persone che si fanno domande sulla propria vita e c'è chi l'accetta. Nessuno sbaglia, siamo diversi". Chi si fa domande e decide che l'etichetta di avvocato o manager gli sta stretta può andare ad uno degli Escape Monday organizzati da Hub Milano e Hub Roma. Qui si può incontrare Monica Lasaponara, escape coach specializzata nel risintonizzare le persone con le proprie passioni e potenzialità, per progettare insieme un piano di fuga dalla vita così come la si è sempre conosciuta.

Perché mollare tutto e cambiare vita non è così semplice come sembra.

Monica lavorava in una multinazionale, si occupava di marketing, branding e comunicazione. "Questa esperienza è stata fondamentale per capire come reimpacchettare la mia vita e ora anche quella degli altri". Nel 2013 ha messo in pratica la sua fuga. Quando ha capito che le persone che ascoltavano la sua storia, si identificavano con ciò che aveva vissuto, ha pensato che poteva mettere tutto il suo bagaglio al servizio di chi vuole cambiare vita. Si è formata grazie alla coach canadese Lydia Lee e grazie al supporto di Escape the City, azienda che supporta i piani di chi vuole fuggire.

Il lavoro di escape coach è in parte volontariato, in parte un business. Ci sono gli incontri gratuiti negli Hub. Poi ci sono i one-to-one (questi a pagamento), colloqui strutturati sulla singola persona, che è possibile fare anche via Skype. "Aiuto le persone a sbloccarsi e a capire chi si è e come diventarlo".

In questi incontri si discute di cose molto pratiche, ad esempio come risparmiare. "Per mettere in pratica una fuga, ci vuole una base economica. Se si vuole aprire un bar sulla spiaggia, c'è bisogno di denaro. Quindi, se si ha il denaro, ci si trova a dover gestire la paura. Se non lo si ha, bisogna fare un piano e mettere da parte una somma sufficiente a dare il via alla propria fuga. Fare scelte avventate è sempre una pessima idea".

Oltre al lato pratico della faccenda, ci sono da gestire due aspetti: capire cosa ci piace fare e scoprire le proprie competenze. “Cerchiamo di comprendere le competenze, sia quelle acquisite sul lavoro, ma anche quelle relazionali. Io mi occupo di mixare le cose e di elaborare un valido modello di business, sostenibile con lo stile di vita che si vuole realizzare".

Ma cos'è successo al sogno del posto fisso? Secondo Monica, il motivo per cui si fugge è legato al mondo in cui viviamo. "Riceviamo molti stimoli e il mondo aziendale è cambiato. Si lavora molto di più, con i cellulari si è sempre raggiungibili. I livelli di stress sono alti. Inoltre la tecnologia ci ha fatto capire che non è necessario stare in un posto fisso a lavorare per 8 ore al giorno perché lo si può fare ovunque".

Tra gli escaper infatti ci sono i cosiddetti Nomadi Digitali o Location Independent: "Si tratta di persone che vogliono cambiare stile di vita e Paese in cui vivere, che però possono continuare a lavorare ovunque grazie al proprio computer", spiega la coach.

Ma seguire la propria passione non è sempre facile, a volte ci si mette di mezzo anche il corpo. Se quasi il 100% delle persone che si rivolgono a Monica raccontano di aver avuto la spinta a fuggire a causa di malesseri psicosomatici (come gli attacchi di panico) collegati al proprio lavoro, c'è chi ha dovuto combattere se stesso a pochi metri dal traguardo.

"C'era questa signora che mi ha contattato perché aveva un sogno: andare a vivere in un paese sperduto, in una casa di famiglia diroccata. Non pensava ad altro", racconta Monica. "Si occupava di comunicazione. Abbiamo lavorato insieme, sviluppando idee imprenditoriali sul luogo o da remoto. Quando è arrivato il momento di partire, ha iniziato a soffrire di una febbre che non andava via. Dopo i check up di routine, dopo aver perso e spostato aerei e traslochi, ho detto: prendi questo aereo, fatti accompagnare da qualcuno e parti perché ti stai autosabotando. La cosa assurda è che quando ha messo piede in questa città, la febbre è sparita".

"Se si sente che il ruolo che abbiamo non ci dà quello che di cui abbiamo bisogno, è il momento di ripensare quello che siamo", raccomanda la escape coach. Se siete in questa situazione, fatevi aiutare a preparare il vostro piano"