A un anno da Addio fottuti musi verdi, i The Jackal firmano una serie tv con Netflix dedicata a quei ragazzi e ragazze cresciuti tra connessioni a consumo e scampanellio dei modem.
A un anno da Addio fottuti musi verdi, i The Jackal firmano una serie tv con Netflix dedicata a quei ragazzi e ragazze cresciuti tra connessioni a consumo e scampanellio dei modem.«È difficile essere uomini oggi», ma anche essere donne non sembra una passeggiata. Potrebbe forse essere questa la sintesi di Generazione 56k, serie tv firmata dai The Jackal con Netflix che racconta vent'anni di amicizia, amori perduti, patiti, ritrovati e tantissime sfide tecnologiche oggi semplicemente arcaiche, scandite dallo scampanellare del modem per le connessioni a consumo.
Generazione 56k: la serie
«Generazione 56k doveva essere un romanzo, che non ho mai finito; perché se c'è una cosa in cui noi degli anni Novanta siamo davvero bravi, a parte il karaoke, quella cosa è non finire quello che abbiamo iniziato – spiega Francesco Ebbasta, co-autore insieme con Costanza Durante, Laura Grimaldi e Davide Orsini (head writer) e regista dei primi quattro episodi della serie – Mi è stata ispirata da un mio amico che, durante il suo matrimonio, mi ha confessato di esser felice di aver sposato sua moglie. Temeva solo che, visto che entrambi sono dello stesso paesino, potrebbe aver “perso” la possibilità di incontrare altre persone».
La Fomo (Fear of Missing Out) è la paura di perdersi qualcosa, di vivere di rimpianti, ed è anche un po' il motore di Generazione 56k. La serie si muove su due linee temporali in cui si snodano le vicende di Daniel (Angelo Spagnoletti) e Matilda (Cristina Cappelli). I due ragazzi che si conoscono da giovanissimi e s’innamorano da adulti. Insieme agli amici di sempre, Luca e Sandro, sono il simbolo di una generazione travolta dall’arrivo di internet.
Il tutto si compie sullo sfondo di Procida, Capitale della Cultura 2022 e ambientazione de Il Postino, citato più volte anche attraverso la fotografia. «Avevamo bisogno di un posto con un'estetica anni Novanta e Procida era perfetta anche per raccontare una piccola comunità chiusa, vicina a Napoli. Dall'isola si può vedere la città e per un bambino è la condizione ideale per sognare un mondo apparentemente lontanissimo».
Le paure della Generazione 56k
Se i protagonisti – bambini e adulti – hanno paura di incontrare persone nuove, di rimanere indietro sui misteri della vita (come le prime esperienze sul porno, fatte attraverso i Vhs), gli attori della serie sembrano temere solo la paura stessa. Se Angelo Spagnoletti preferisce «vivere quello che viene senza paura», Cristina Cappelli rifugge da eventuali rimpianti e Claudia Tranchese teme di non riuscire a rimanere sempre fedele a se stessa, Gianluca Fru teme di morire e scoprire (in qualche telepatico modo) che «tutto ciò che rende il mondo brutto – come il razzismo e le guerre – siano magicamente risolte, senza poter vivere questa liberazione». Fabio Balsamo invece teme di rimanere incastrato in un genere: «Vorrei comunicare altri aspetti di me». Registi all'ascolto, prendete nota.
La versione di Fru
Nella serie Gianluca Fru è Luca, o meglio Lu, uno degli amici di Daniel. Conservando un animo più fanciullesco, è quello che dice ancora le cose in faccia a tutti, mentre nasconde le proprie emozioni sentimentali al mondo. Nella prima puntata gela tutti con un «è difficile essere uomini oggi», ma come si capisce più avanti, anche essere donne non è una passeggiata. Come la risolviamo? «Ascoltandoci, mettendoci sempre nei panni dell'altro si ha la chiave per trovare il giusto connubio per una vita in totale equilibrio».
Sull'amicizia, altro cardine salvifico della serie tv, spiega di viverla in maniera molto forte: «Non ho mai amato nessuna donna come ho amato i miei amici». Nonostante la nostra società continui ad avanzare tecnologicamente e abbia quasi dimenticato le connessioni a 56k, non riesce a progredire culturalmente per approvare con naturalezza leggi come il Ddl Zan. «Sono sicuro che il progresso sia un fenomeno inarrestabile, che se anche incontra delle grandi difficoltà prima o poi lo tsunami del progresso arrivo. Vivo con speranza».
La versione di Fabio
Fabio Balsamo è Sandro, l'unico personaggio sposato, che rispetto a Daniel e Lu, con i loro problemi e paure, sembra quello "strano" rispetto ai tuoi amici. Vien da pensare che forse è ora di mandare in pensione il matrimonio con il modem 56k. «Tutto sta nella consapevolezza del percorso che si vuole fare Prima era quasi un obbligo, ora viene snobbato. Secondo me ci sarà una fase di equilibrio in cui le persone si sposeranno se sentiranno di volere una progettualità».
Quando pensa ai The Jackal e all'amicizia che lega i componenti del gruppo, dice «siamo fortunati perché amicizia e lavoro riescono a camminare di pari passo. L'amore per un compagno o una compagna ha un sapore completamente diverso rispetto a quello di un amico, a maggior ragione se ci condividi una carriera». Sul Ddl Zan, secondo Fabio il problema è la mancanza di amor proprio. «Quando l'essere umano imparerà ad amarsi, sarà più aperto a qualsiasi diversità».