Il 4 dicembre 2016 si vota per il Referendum costituzionale: scopriamo cosa accadrà se vince il “Si” alla Riforma Boschi.
Il 4 dicembre 2016 si vota per il Referendum costituzionale: scopriamo cosa accadrà se vince il “Si” alla Riforma Boschi.Il 4 dicembre 2016 saremo chiamati a votare per il Referendum costituzionale esprimendo l’approvazione o meno sulla riforma che prende il nome del Ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi.
Il testo della Riforma Boschi è stato approvato dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei deputati, ma per entrare in vigore necessita della decisione degli elettori.
Il referendum del 4 dicembre non è abrogativo e non necessita il raggiungimento del quorum: in pratica non servirà il 50% dei voti più uno ma vincerà l’opzione con il maggior numero di voti
Votando “Sì”, l’elettore esprime il proprio favore alla Riforma Boschi e quindi alla modifica della Carta Costituzionale, viceversa se vota “No” esprime il proprio dissenso alla Riforma e alla modifica della Costituzione.
La Riforma Boschi comporta un sostanziale cambiamento della Costituzione soprattutto perché si prevede un ridimensionamento del ruolo del Senato e il superamento del Bicameralismo perfetto: finora una legge poteva essere approvata solo se veniva votata nello stesso identico testo sia dalla Camera che dal Senato.
Con la Riforma Boschi invece sarà solo la Camera, formata da 630 deputati eletti dai cittadini, ad avere maggiore competenza per legiferare e a votare la fiducia al Governo, mentre il Senato voterà solo leggi relative a Costituzione, minoranze linguistiche, elezioni locali e referendarie.
Si ridurrà inoltre il numero dei senatori che da 315 passerà a 100: il Senato sarà costituito da 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 membri di nomina presidenziale.
Tra le principali modifiche introdotte dalla Riforma è prevista quella relativa al quorum per l’elezione del Presidente della Repubblica che sarà sempre eletto da entrambe le Camere, ma per le prime 3 votazioni saranno necessari ⅔ dei componenti.
Altra modifica riguarda la fine della legislazione concorrente tra Stato e Regioni e la soppressione del CNEL, Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, che contribuisce alla elaborazione della legislazione economica e sociale.
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