Amore, sesso, ostacoli e persino alimentazione: le registe in gara sulla Croisette portano sul grande schermo storie ricche di spunti di riflessione.
Amore, sesso, ostacoli e persino alimentazione: le registe in gara sulla Croisette portano sul grande schermo storie ricche di spunti di riflessione.Cannes 2023 sta per srotolare il tappeto rosso alle star in gara. Per arrivare preparati alla nuova ondata di film attesi al cinema, abbiamo esplorato il programma soffermandoci sulle 7 voci femminili presenti in sala. I temi raccontati sono tanti e tutti legati a doppio filo con l'attualità. Ci sono il sesso, l'alimentazione giovanile, l'ossessione e la condizione femminile nell'Africa del Nord. Dalla nostra Alice Rohrwacher con il suo La Chimera all'unica opera prima in gara di Ramata-Toulaye Sy, ecco le 7 registe da seguire sulla Croisette.
La chimera di Alice Rohrwacher
Dopo Le meraviglie (gran premio della giuria 2014), Lazzaro Felice (miglior sceneggiatura, 2018), e la candidatura all’Oscar 2023 per il corto Le Pupille, Alice Rohrwacher torna così sulla Croisette. Lo definisce «un festival che mi ha visto crescere e che mi ha dato la libertà di cercare e sperimentare».
La Chimera è la storia di un giovane archeologo inglese (Josh O’Connor) coinvolto nel traffico clandestino di reperti archeologici. Il film è ambientato negli anni ’80, nel mondo clandestino dei “tombaroli”. Nel cast presenti anche Isabella Rossellini, Carol Duarte, Vincenzo Nemolato e la sorella Alba.
Club Zero di Jessica Hausner
Jessica Hausner porta sulla Croisette un dramma audace, in cui la protagonista è interpretata da Mia Wasikowska. Il film racconta la storia di Miss Novak, un'insegnante che sconvolge le abitudini alimentari in un liceo privato. Col passare del tempo, Miss Novak esercita un'influenza su alcuni studenti, che entrano a far parte del misterioso Club Zero, un circolo molto chiuso e discreto.
Dopo il dibattito creato da The Menu e la serie The Bear, con Club Zero la regista e sceneggiatrice austriaca aggiunge un tassello al discorso cinematografico contemporaneo attorno al cibo. Hausner torna a Cannes dopo aver partecipato con Hotel (2001) e Amour Fou (2014). Ha anche fatto parte della giuria della 71esima edizione della Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
Les filles d’Olfa di Kaouther Ben Hania
Les filles d’Olfa (titolo internazionale Four Daughters) della regista tunisina Kaouther Ben Hania è la storia di Olfa, donna tunisina madre di quattro figlie, di cui le due maggiori scompaiono all’improvviso. Girato come un documentario, la regista ha invitato attrici professioniste a compensare la perdita.
Ha esordito alla regia con il lungometraggio Le Challat de Tunis (2014), un falso documentario ispirato a un fatto di cronaca, che racconta la condizione della donna in Tunisia con toni satirici. Ha affrontato nuovamente il tema nel suo La bella e la bestie (2017), film ispirato a un caso di stupro perpetrato da un gruppo di poliziotti. Con questa storia ha partecipato a Cannes nella sezione Un Certain Regard. Tre anni fa, il suo L’uomo che vendette la sua pelle è stato il primo lavoro dalla Tunisia ad essere candidato agli Oscar come miglior film internazionale.
Anatomie d'une chute de Justine Triet
Anatomie d'une chute (titolo internazionale Anatomy of Fall) è la storia di una scrittrice che cerca di dimostrare la sua innocenza per la morte del marito. La protagonista è interpretata da Sandra Hüller.
Messa in evidenza da Cahiers du cinema assieme a Antonin Peretjatko, Guillaume Brac, Sébastien Betbeder, Djinn Carrenard e Vincent Macaigne, Justine Triet fa parte di una generazione di giovani cineasti francesi, il cui talento brilla da circa un decennio. Ha già partecipato a Cannes nel 2019 con Sibyl. Fa parte del collettivo 50/50, impegnato nella difesa e promozione dell'uguaglianza e la diversità di genere nel cinema e nell'audiovisivo.
L'été dernier di Catherine Breillat
L'été dernier (titolo internazionale Last Summer) è la storia di Anne (Léa Drucker), avvocato di successo, sposata con Pierre (Olivier Rabourdin) e madre di due figlie. La sua vita viene destabilizzata dall’arrivo di Théo (Samuel Kircher), figlio diciassettenne di suo marito, con cui intreccia una relazione che mette in pericolo la sua vita familiare e la sua brillante carriera.
Classe 1948, Catherine Breillat è famosa per i suoi film incentrati sulla sessualità, conflitti e rivalità tra sessi. I temi riverberano nei suoi romanzi e nei suoi film. Famosi i suoi Romance (1999) e Pornocrazia (2003), nel cui cast ha coinvolto anche l'attore porno Rocco Siffredi.
Banel et Adama di Ramata-Toulaye Sy
I giovani Banel e Adama vivono in uno sperduto villaggio nel Nord del Senegal. Nonostante i due abbiano un carattere molti diverso, Adama e Banel si innamorano e decidono di lasciare le rispettive famiglie di origine per vivere insieme. Tuttavia, quando Adama rifiuta il suo diritto di nascita di diventare il capo del villaggio, il loro amore viene ostacolato.
Banel et Adama è il primo lungometraggio della cineasta franco-senegalese in competizione al festival francese, nonché la prima opera prima in gara a Cannes 2023. La sua regista, Ramata-Toulaye Sy, si è fatta notare con il suo cortometraggio Astel (2021).
Le retour - Catherine Corsini
Catherine Corsini, Elisabeth Perez - LaPresse
Il razzismo, le radici, l'elaborazione del lutto, l'ipocrisia, l'omologazione e la ribellione: tanti i temi trattati nella pellicola di Catherine Corsini. Khédidja - francese di origine africana - trova lavoro come tata presso una ricca famiglia parigina che trascorre le vacanze estive in una villa sul mare, in Corsica. Per Khédidja si tratta di un ritorno (le retour, appunto) in un'isola per lei carica di significato, lasciata diversi anni prima in circostanze drammatiche. Un ritorno che cambierà per sempre la sua vita e quella degli altri protagonisti.