Con "Balthus. La retrospettiva" Roma celebra Balthus con due mostre allestite alla Scuderie del Quirinale e all'Accademia di Francia Villa Medici.
Con "Balthus. La retrospettiva" Roma celebra Balthus con due mostre allestite alla Scuderie del Quirinale e all'Accademia di Francia Villa Medici.Erotismo, Giappone e scene familiari. Tutti gli universi di Balthus vengono raccontati da "Balthus. La retrospettiva", due importanti allestimenti a Roma, uno alla Scuderie del Quirinale e l’altro all'Accademia di Francia Villa Medici.
Entrambe le mostre, a cura di Cécile Debray, conservatrice al Museo nazionale d'arte moderna Centre Pompidou, si possono visitare dal 24 ottobre 2015 al 31 gennaio 2016
La retrospettiva romana sull’artista, nato a Parigi nel 1908 da padre polacco e madre russa, sarà poi visitabile da febbraio 2016 al Kunstforum di Vienna.
Alle Scuderie del Quirinale è esposta "La strada" (1933), l'opera più importante di Balthazar Klossowski de Rola, detto Balthus, che ritrae la via del Quartiere Latino di Parigi.
L’esposizione prosegue con circa centocinquanta opere che ci portano a conoscere l'infanzia di Balthus attraverso molti soggetti di esterni, soprattutto paesaggi e giardini
Nella sezione intitolata "Cime Tempestose" si possono ammirare i trentatré disegni che illustrano il celebre romanzo di Emily Brontë, un libro che ha fortemente influenzato Balthus come le avventure di "Alice nel paese delle meraviglie", protagonista della quarta stanza, intitolata "Oltre lo specchio".
La pittura più erotica e sensuale di Balthus trova posto nella quinta sala, intitolata "La Camera”. Mentre al piano superiore, nel "Teatro della crudeltà", sono esposte le opere più ieratiche.
Si prosegue poi con le sale "La scatola prospettica", "La semplicità classica" e “Chassy”, per finire nella sala "Dal modello al fantasma" con il grande dipinto "Il pittore e la sua modella” del 1980/81.
Invece, a Villa Medici, sono esposte oltre cinquanta opere, tra cui i famosi dipinti "La chambre turque"(1965/66), "Japonaise a la table rouge" (1967-76), "Nu de profil" (1973-77).
Foto www.cartaperdue.it