Divertimento
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Gangnam Style e i suoi fratelli: quando il tormentone viene dall’Asia

Dalla hit di Psy a Esce ma non mi rosica, cinque successi venuti da Oriente che a fatica siamo riusciti (e nemmeno tutti) a toglierci dalla testa.

Dalla hit di Psy a Esce ma non mi rosica, cinque successi venuti da Oriente che a fatica siamo riusciti (e nemmeno tutti) a toglierci dalla testa.

La febbre asiatica è stata una pandemia influenzale di origine aviaria che, tra il 1956 e il 1960, fece almeno un milione di vittime. Ma di pandemie ne abbiamo già abbastanza, dunque parliamo oggi di un altro genere di “febbre asiatica”: quella che colpisce ignare e incolpevoli persone, le quali senza alcun motivo plausibile si ritrovano ad ascoltare prima alla radio, poi su YouTube, infine su Spotify improbabili tormentoni musicali provenienti da Oriente (più o meno estremo). Ecco cinque hit che ci sono rimaste nel cuore.

Gangnam Style

Il tormentone asiatico per eccellenza è Gangnam Style del sudcoreano Psy che, attenzione, non sta per Psycopatico. Lanciato il 15 luglio 2012, il singolo fu trascinato dal videoclip, in cui Psy ballava imitando una cavalcata, praticamente ovunque: in una stalla, tanto per cominciare, poi in piscina, in ascensore, in garage, in metropolitana, etc. Dalle stalle alle stelle, il video vanta oggi 4,1 miliardi di visualizzazioni sul canale YouTube di Psy. Lo hanno ballato e canticchiato tutti, sebbene il testo a parte «Eh Sexy Lady» e «Style» è interamente in coreano. Per la cronaca, il titolo significa “Nello stile di Gangnam”, quartiere di Seoul dove evidentemente il buon gusto non abita. Nel 2013 Psy si esibì prima della finale di Coppa Italia allo Stadio Olimpico di Roma, subissato di fischi.

PPAP (Pen Pineapple Apple Pen)

Più una canzone è stupida, più le persone la ascolteranno figliolo. Non è una massima del maestro giapponese Miyagi, ma quello che deve aver pensato il connazionale Kazuhito Kosaka, comico che nel 2016 pubblicò sotto il nome di Pikotaro questa canzone-scioglilingua in cui descriveva le varie combinazioni possibili di penne, mele e ananas. Kosaka già normalmente usava uno pseudonimo, ovvero Daimaō: in occasione della pubblicazione del singolo, per precauzione, ne adottò un altro. Ad oggi il videoclip del (?) brano è stato visto quasi 400 milioni di volte su YouTube, da cui nel frattempo sono stati cancellati filmati meno indecenti.

Chick Chick

Una roba da far impallidire il pulcino Pio, il “pezzo” lanciato dalla cinese Wang Rong Rollin nel 2014, che nel videoclip appare in abiti da gallinella, circondata da ballerini con maschere di animali da cortile. «Madre gallina, piccolo pulcino, gallo», recita come un mantra il testo di Chick Chick, e chi siamo noi per contraddirla? Di seguito alcuni commenti tratti da YouTube: «Still better than Ariana Grande», «I come back to this everytime I'm drunk», «Japan: Look at my pineapple pen. China: Hold my Tsingtao». Leggenda narra che alcuni polli, dopo aver sentito Chick Chick, si siano tirati il collo da soli per la vergogna.

Esce ma non mi rosica/Pariyah

Da 13 anni il video virale di Pariyah ritorna a far parlare di sé per un giorno: l’8 di gennaio, data chiaramente citata nell’italianissimo testo di questo pezzo del 1986, scritto da Shahram Shabpareh, l’Umberto Tozzi persiano. Una meraviglia che si ripete anno dopo anno, come la liquefazione del sangue di San Gennaro, e che dobbiamo a tal celestinocamicia, sconosciuto utente di YouTube che prese il video di una canzone iraniana e lo sottotitolò spingendo al massimo il fenomeno del soramimi. Tra gli highlits di questa “canzone travisata” gli immortali versi: «Hey, lascia entrare Ascanio, dall'otto di gennaio/Perciò, limarla è tosta: esce, ma non mi rosica» e «Giralo là, che chiamo Miccoli!/Alza l'antenna: ho detto Miccoli!/Giralo là, che chiamo Miccoli!/Ma non urlarlo nei gomitoli!».

Mundian To Bach Ke

Non esattamente da cantare a squarciagola, anzi. Ma da ballare sicuramente. Mundian To Bach Ke del dj Panjabi MC, nato a Coventry come Rajinder Singh Rai e dunque di discendenza decisamente indiana, viene lanciato nel 1998 ma esplode solo nel 2003 nelle discoteche di tutta Europa, creando dipendenza come un piatto di pollo tandoori: "Attenzione ai ragazzi" è la traduzione del titolo del brano in stile (e che stile) bhangra, con testo in punjabi e linea di basso della sigla di Supercar. Asiatico al 100% il videoclip, girato a Kuala Lumpur. Malesia, India, cambia poco: appena schiacci play è subito Bollywood.