Francesco De Gregori compie 71 anni. Le figure femminili presenti nei brani del cantautore romano.
Francesco De Gregori compie 71 anni. Le figure femminili presenti nei brani del cantautore romano.Il 4 aprile compie 71 anni il Maestro (ops!) Francesco De Gregori, che però come spiegato più volte non gradisce questo come soprannome: meglio “Principe”, perché così iniziò a chiamarlo l’amico Lucio Dalla durante Banana Republic. Uno dei più grandi cantautori che il nostro Paese abbia prodotto, impegnato politicamente, ma anche con un occhio di riguardo verso l’universo femminile. Sono infatti diverse le donne presenti nelle sue canzoni, nel titolo oppure solo nel testo. «Non sono nomi reali di donne che ho conosciuto, tranne forse un paio di casi», ha raccontato: «Spesso e volentieri “nom de plume”, che scelgo per il suono e, anche, per il significato». In alcuni casi, le donne “di” De Gregori non hanno avuto nemmeno un nome, ma sono rimaste lo stesso nella storia della canzone italiana. Eccole.
Alice
«Alice guarda i gatti e i gatti muoiono nel sole/Mentre il sole a poco a poco si avvicina»
Molte canzoni “al femminile” di De Gregori sono curiosamente contenute nel suo secondo album, Alice non non lo sa, uscito nel 1973. La prima, che come ha raccontato lo ha pure “esasperato” nel corso degli anni, è Alice: «Mi ritrovavo in scena: io, la chitarra che neanche suonavo bene e il palco vuoto. Tutti volevano ascoltare i gatti morire e il sole avvicinarsi tre volte in tre quarti d’ora. Diciamo la verità, Alice era delizia, ma anche croce». Questa immagine, come spiegato dallo stesso Principe, appartiene alle illustrazioni di John Tenniel per Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll: il primo impatto visivo quando da piccolo lesse il libro. Nel testo c’è anche Irene, che «al quarto piano è lì tranquilla che si guarda nello specchio e accende un'altra sigaretta» (la ritroveremo presto). Curiosità: nel 1973 De Gregori partecipò a Un disco per l’estate portando proprio questa canzone, classificandosi all’ultimo posto su 54 concorrenti.
La casa di Hilde
«Il doganiere aveva un fucile/Quando ci venne a svegliare/Disse a mio padre di alzare le mani/E gli frugò nelle tasche/Ma non trovò proprio niente/Solo una foto ricordo/Hilde nel buio suonava la cetra»
È una storia vera ad aver ispirato La casa di Hilde, sesto brano del secondo album del Principe. Quella vissuta dal cantautore romano Edoardo De Angelis (coautore del testo) da bambino, quando abitava sulle Dolomiti al confine con l’Austria. Con due importanti differenza rispetto alla canzone: il contrabbandiere non era suo padre e non trasportava diamanti, bensì orologi.
Irene
«Irene alla finestra e tanta gente per la strada/Il mondo passa accanto a lei e non la sfiora mai»
Alle fine Irene, già citata in Alice, non era mica tanto tranquilla: l’ottava traccia dell’album parla infatti di una ragazza che sta per suicidarsi, buttandosi da una finestra all’ora del tramonto. Nel testo c’è anche un riferimento al telefono di casa staccato, come in Nancy di Leonard Cohen, brano con la stessa triste tematica scritto da una delle principali fonti di ispirazione di De Gregori, insieme a Bob Dylan.
Marianna al bivio
«E Marianna camminava con il sole nei capelli/Aggrappata a un paradiso di stagnola/Ogni uomo che passava ne toccava la sorgente/E lasciava la sua anima da sola»
Una delle canzoni più dylaniane mai scritte da De Gregori, piena zeppa di riferimenti autobiografici: «un poeta che suonava il pianoforte», cioè l’amico Antonello Venditti, «Lilli Greco non capisce ma che Dio lo benedica», ovvero il produttore con cui aveva litigato, Susanna che richiama la Suzanne di Cohen. In mezzo, anzi al bivio, anche Marianna.
Rimmel
«Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo/E la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro»
In Rimmel, celeberrima canzone che dà il titolo all’omonimo album del 1975 e che parla di un amore finito, non viene nominato il nome della protagonista. Ma, in fondo, cosa importa? Nello stesso album c’è anche Buonanotte Fiorellino, ispirata (musicalmente) al brano Winterlude di Boby Dylan ma non, come voleva una leggenda metropolitana, dedicata a un’amica del Principe morta in un incidente stradale.
Caterina
«E la chitarra veramente la suonavi molto male/però quando cantavi, sembrava Carnevale/E una bottiglia ci bastava per un pomeriggio intero/A raccontarlo oggi, non sembra neanche vero/E la vita Caterina, lo sai, non è comoda per nessuno/Quando vuoi gustare fino in fondo tutto il suo profumo»
Nessun dubbio invece su chi sia la Caterina di questo brano, inserito in Titanic del 1982: è la cantante Caterina Bueno (1943-2007). Madre scrittrice svizzera e padre pittore spagnolo, nata e cresciuta in Toscana, è stata una tra le più importanti della musica popolare italiana: fu lei a “scoprire” il giovane chitarrista De Gregori, che volle al suo fianco in una tournée nel 1971.
La donna cannone
«Così la donna cannone, quell'enorme mistero volò/Sola verso un cielo nero s'incamminò/Tutti chiusero gli occhi nell'attimo esatto in cui sparì/Altri giurarono e spergiurarono che non erano rimasti lì»
Nel 1983 uscì il film Flirt, con Monica Vitti e Jean-Luc Bideau, di cui De Gregori scrisse le musiche. Tra i brani composti anche La donna cannone, poi inserita in un omonimo EP. Si tratta di una delle canzoni più famose del cantautore romano ed è ispirata a un fatto di cronaca “felliniano”, letto in un trafiletto di un giornale: una circense fuggita da un circo per inseguire il suo grande amore.