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Margot Sikabonyi: «Vi racconto la mia meravigliosa imperfezione»

DeAByDay ha intervistato Margot Sykabonyi, l'indimenticabile Maria Martini protagonista di Un medico in famiglia", oggi appassionata di yoga e benessere.

DeAByDay ha intervistato Margot Sykabonyi, l'indimenticabile Maria Martini protagonista di Un medico in famiglia", oggi appassionata di yoga e benessere.

Dal 1998 al 2016 è stata la nipotina d’Italia: in quel “Medico in Famiglia”, una delle serie più viste dagli italiani nell'ultimo ventennio, Nonno Libero - ovvero Lino Banfi -  stravedeva per la sua Maria Martini, la ragazza bionda acqua e sapone, brava, generosa, volitiva, che si occupava dei fratelli e studiava tantissimo. E forse il vero medico in famiglia alla fine è proprio Maria Martini che nella finzione diventa neuropsichiatra seguendo le orme di papà Giulio Scarpati.

Ad interpretare quel personaggio così amato è stata Margot Sikabonyi, oggi mamma di due bambini di tre e cinque anni, Leonardo e Bruno James e grande appassionata di yoga e benessere. Temi che ha messo nel suo primo libro “Respira – Alla ricerca della calma del caos” (Santelli Editore) raccontando pero’ anche la sua adolescenza passata sul set e quella ricerca interiore di benessere e accettazione che non ha mai abbandonato.
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Margot, sei stata la nipotina d’Italia nel Medico in Famiglia. Che ricordo hai di quegli anni passati sul set?
Ho miliardi di ricordi perché quel set ha preso gran parte della mia vita. Crescere lì è stata un’esperienza surreale e meravigliosa allo stesso tempo, e mi ha dato tantissimo. La necessità di scrivere questo libro arriva proprio da lì, dal costruire un ponte tra le persone e me, perché prima la mia vita era normale e a un certo punto non lo era più. Mi sembrava di trovarmi su un’isola a parte, traghettata dal successo in un altro posto. Ho raccontato cosa significa crescere su un set. Anche lo yoga arriva dal “Medico in Famiglia”, anche tantissime mie amicizie attuali arrivano da quel set. Mi ha dato davvero tanto. 

So che con molti "colleghi di set" sei ancora in contatto: Milena Vukotic, Carlotta Aggravi che interpretava Rebby, la tua migliore amica nella serie…
Sono rimasta molto in contatto anche con Giulio Scarpati e sono molto vicina ad Eleonora Cadeddu, Annuccia, che è una sorella a tutti gli effetti. Queste sono le persone che sento di più ma se incontro persone con cui ho lavorato sul set è come incontrassi un cugino, un parente, qualcuno che non sento tutti i giorni ma con cui hai vissuto delle esperienze enormi. Ad esempio, Lavinia Longhi che ha fatto qualche episodio del Medico in Famiglia, è una persona con cui sono molto in contatto, vive anche lei a Milano. Ma ogni tanto sento anche Giorgio Marchesi o Pietro Sermonti.

Ti rendevi conto in quel momento che stavi interpretando un personaggio molto amato in tv, eri davvero consapevole di quel successo?
Ero molto giovane, avevo 15 anni ed era un periodo in cui era mancato da poco mio padre. Non ricordo bene l’inizio di tutto. Ricordo i primi giorni sul set, durante le riprese della prima stagione, e dicevamo: chissà, tanto andrà in onda di pomeriggio e questa serie non la guarderà nessuno! Eravamo noi inconsapevoli di come poteva andare! Non c’erano ancora state delle fiction così lunghe e non ci aspettavamo sicuramente quel successo. Ci fu stupore quando capimmo che era diventato qualcosa di gigantesco e tutto stava iniziando a cambiare.

Quanto ti ha dato e quanto ti ha tolto Maria Martini?
Sono decisamente maggiori le cose che mi ha dato rispetto a quelle che mi ha tolto.
 


Come sei arrivata allo yoga?
È stata mia mamma. Quando morì mio papà lei iniziò a fare yoga e mi portò nel suo gruppo, con le persone con cui praticava. Ho ritrovato quello che avevo letto sui libri, iniziai a praticare subito e fu una medicina. Non andavo sul set senza aver prima fatto yoga. Fu amore a prima vista e ancora oggi mi alimenta. Sono quegli incontri che forse prima o poi devono succedere nella vita.

Sta per uscire il tuo primo libro “Respira”. Cosa troverà nel libro il pubblico che ti ha seguito in tv?
Nel libro c’è tutta la mia verità. Non ho usato filtri o maschere. Parlo essenzialmente di quanto sia fondamentale ricongiungerci alla nostra verità che è qualcosa che facciamo quando respiriamo. È un racconto molto onesto del mio percorso che attraversa le mie paure, i miei sbagli, i miei dubbi e tutta la mia meravigliosa imperfezione, che poi mi ha portato a incontrare lo yoga. Il libro è anche un manuale pratico, ci sono delle pratiche yoga. Perché poi vanno bene tante parole ma: “Come si fa Margot?”. È sicuramente il mio punto di vista, la mia strada.

A livello personale e professionale, ci sono dei no che hai detto che oggi ti pesano?
Sì, ci sono molti no che mi pesano sull’anima. Penso che però la conclusione finale è che non sarei qui con questi due bimbi se non avessi detto di no ad esempio all’ultima stagione del Medico in Famiglia. In quel momento dissi di no perché sentivo che era no: quella scelta mi ha portato dove sono ora. Ora che sono “evoluta” se mi proponessero la stessa cosa forse direi di sì! 

Quali sono i prossimi si che vuoi dire? Cosa ti piacerebbe fare ora?
Amerei condividere temi come lo yoga in scala più larga, lo sto facendo nel mio piccolo ad esempio sul web facendo delle lezioni online o percorsi di coaching, ma non raggiungo molte persone. Se si potesse farlo in maniera più larga, soprattutto in tv, in quel mezzo che è così "usa e getta" ma enorme, sarebbe meraviglioso. Portare ad esempio il silenzio in tv: sarebbe surreale! Vorrei fare anche tantissime altre cose come una web serie che ho in testa e vorrei girare come regista sull’universo mamma. E poi mi piacerebbe moltissimo tornare sul set da attrice con una bella storia. Tante cose!
 


Come stai vivendo questi giorni di restrizione e come li stai facendo passare ai tuoi bambini?
Per loro è davvero dura. Facendo il confronto con un anno fa, avevamo paura del lockdown, ci sembrava impossibile stare a casa per così tanto tempo. Purtroppo ora è una cosa che so fare e che ho imparato a fare, so cosa far fare ai bambini, so come gestire la spesa al supermercato con la mascherina, il distanziamento e i guanti. Quando ho detto ai miei bambini che bisognava continuare a stare a casa mi hanno detto: "Ah ok!". Mantenere il lavoro e allo stesso tempo gestire loro è un impegno grosso. I miei due figli sono sono ancora indipendenti: Il piccolino di tre anni è il più ingestibile, entrambi si annoiano. 

Proviamo ad usare l’immaginazione. Come si sarebbe organizzata la famiglia Martini per combattere il Covid? 
Avrebbero avuto un’organizzazione ineccepibile, soprattutto in quella casa così grande, tutti insieme. La loro forza era l’unione, erano una tribù! Ci sarebbe stato chi cucinava, chi andava a fare la spesa, ci sarebbero stati i nonni che si occupavano dei bambini. Magari avere delle "famiglie Martini" in lockdown, sarebbe il posto perfetto per passare un momento del genere.

Foto apertura: LaPresse