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Sanremo 2020: lo speciale

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7 motivi per cui Morgan e Bugo dovrebbero vincere Sanremo 2020

Non solo colleghi, ma anche amici, i due si apprestano a salire sul palco dell'Ariston insieme. Ecco perché facciamo il tifo per loro... anche se non abbiamo ascoltato il brano 'Sincero'.

Non solo colleghi, ma anche amici, i due si apprestano a salire sul palco dell'Ariston insieme. Ecco perché facciamo il tifo per loro... anche se non abbiamo ascoltato il brano 'Sincero'.

Morgan ha già partecipato al Festival di Sanremo due volte, sempre come frontman dei Bluvertigo, in entrambi i casi con scarsissima fortuna. Per quanto riguarda il palco dell’Ariston, Bugo è invece un assoluto esordiente. Quasi coetanei, accomunati dalle origini milanesi e dal fatto di avere un nome d’arte, i due cantautori formano l’unico duetto della 70esima edizione: ecco perché secondo noi meriterebbero di vincere Sanremo 2020 con il brano "Sincero" (che non abbiamo ancora ascoltato).

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1. Perché Bugo meritava più fortuna

Considerato uno dei cantautori più innovativi del panorama italiano, Bugo non ha avuto il successo che meritava. Dopo il successo ottenuto a inizio dei duemila con gli album “Sentimento westernato” e soprattutto “Dal lofai al cisei”, in fin dei conti quasi 20 anni fa faceva già la musica per cui oggi impazziscono tutti: quella di Calcutta, Coez, Gazzelle, etc. Insomma, l’indie che riempie i palazzetti.

2. Perché i Bluvertigo arrivarono incredibilmente ultimi

Ok, nel 2016 "Semplicemente" fu esclusa dalla finale ed effettivamente non era granché. Ma com’è possibile che l’altro brano portato dai Bluvertigo a Sanremo, ovvero "L'assenzio (The Power of Nothing)", nel 2001 sia arrivato ultimo? Semplicemente (appunto) inconcepibile.

3. Perché si sono incontrati così

Morgan e Bugo si sono conosciuti in un modo piuttosto singolare ed è stato l’ex cantante dei Bluvertigo a ricordarlo su Facebook: «Arrivò il giorno in cui ci incontrammo di persona, ad un festival rock, era già il 2002 e io portavo in tour il mio disco “Canzoni dell’appartamento”, appena uscito. Appena arrivai nell’area del retropalco tra panche di legno, camerini di plastica, cessi azzurri e bicchieri di birra ci salutammo e senza troppi convenevoli dopo un quarto d’ora mi son trovato con un organo sul palco con lui e la sua band, io conoscevo i suoi pezzi quindi potevo suonarli tutti, mi sono scritto con la matita per gli occhi “ossobugo” sul braccio destro e ho vissuto una delle esperienze più punk di tutta la mia vita».

4. Perché la loro è una vera bromance

«Da quel giorno io e Bugo siamo diventati veri amici», ha scritto poi Morgan. Ma quella nata durante la data padovana del festival itinerante Tora! Tora! più che un’amicizia è una bromance. E a noi le bromance piacciono un sacco: «Bugo non è ancora riconosciuto come uno dei più grandi cantautori italiani quando invece lo è a pieno titolo, e io sono più famoso di lui per tutta una serie di ragioni sia musicali che televisive o di altro destino, voglio che lui possa sfruttare la mia popolarità che è quello che io posso dargli per dirgli grazie amico, sei un amico oltre che il mio cantautore preferito».

5. Perché li stavamo aspettando (senza saperlo) da otto anni

Il loro non è insomma un duetto nato a tavolino, ma un sodalizio artistico che corona un rapporto sincero (da qui il titolo del brano?). Il fatto è che, pur senza saperlo, lo abbiamo atteso per diverse edizioni. Ancora Morgan: «Quasi ogni anno dal 2012 Bugo mi ha chiesto di fare con lui il Festival di Sanremo e a me l’idea è sempre piaciuta, non so perché avesse questa ossessione (ironicamente mi verrebbe da chiamarla ‘malinconia’) ma poi è sempre finito tutto in un rimandare all’anno successivo». E ora finalmente ci siamo.

6. Perché Morgan adora David Bowie

Ovvero, perché l’autore di questo articolo è un grande appassionato di David Bowie e Morgan, in Italia, può essere considerato il massimo esperto in materia. Nel 2019, su Rai2, è andato in onda lo speciale “Ziggy, Morgan racconta David Bowie” durante il quale ha svelato un curioso aneddoto: «Nell’album “Lodger” del ’79 [Bowie] cantava ‘‘I am a D.J. / I am what I play…’’. La traduzione in italiano di questo ritornello mi ispirò 20 anni dopo le parole “Sono come sono, sono come suono”».

7. Per ragioni prettamente editoriali

Perché così DeAbyDay potrà aggiornare la lista dei dieci duetti che hanno fatto la storia di Sanremo, escludendo seppur a malincuore dalla top 10 Aleandro Baldi e Francesca Alotta, che parteciparono nel 1992 tra le Nuove Proposte.  

Foto di apertura: LaPresse