Ha una voce fenomenale, ma il suo essere transessuale le crea notevoli problemi ad accedere al palcoscenico: la storia di Emily De Salve è un altro segnale di una carenza di pari opportunità nel nostro Paese.
Ha una voce fenomenale, ma il suo essere transessuale le crea notevoli problemi ad accedere al palcoscenico: la storia di Emily De Salve è un altro segnale di una carenza di pari opportunità nel nostro Paese.Immaginate una donna che canta con la potenza di un baritono maschile, una voce morbida, virile, potente. Il potenziale shock che gli operatori di settore pensano che il pubblico potrebbe provare è ciò che oggi impedisce ad Emily De Salve di avere un agente e di lavorare nel mondo della musica lirica.
Eppure Emily ha un primato molto importante all'attivo: è infatti la prima donna transgender ad esser stata ammessa e diplomata in Italia in un conservatorio di musica. Un risultato non da poco, che è stato anche di ispirazione
Se fosse un uomo non avrebbe difficoltà a trovare un agente e a lavorare. Ma lei non ha scelto di essere una donna transgender: lei è nata Emily e non può che essere Emily, fuori e sul palcoscenico.
I primati, gli studi e le difficoltà
Emily De Salve, all'anagrafe ancora Stefano, non è solo la prima donna transgender ad esser stata ammessa in un conservatorio italiano: è stata anche la prima trans a cantare in teatro e la prima ad eseguire concerti di musica sacra in chiesa.
“Ho intrapreso gli studi da giovane, agli inizi del Duemila. Studiavo da sopranista con con lo storico soprano Maria Mazzotta, a Lecce, usando la tecnica del falsetto rinforzato”, ricorda Emily.
Poi nel 2006 fa il primo esame di ammissione al conservatorio e viene bocciata: “non sapevano dove inserirmi, se in una classe maschile o femminile – racconta Emily – Inoltre, temevano la reazione dei genitori dei bambini davanti alla mia presenza”. È l'inizio di un periodo nero per Emily: abbandona gli studi di canto fino al 2009. Ci riprova.
“Avevo fatto un sogno premonitore”, ricorda la cantante, che si riconosce anche alcune doti di sensitiva. E questa volta ce la fa: è novembre 2009 e la ammettono in esperimento. Viene promossa al secondo anno, grazie alla grande preparazione musicale data dal suo passato di pianista e organista.
La nascita di Emily
Prima di essere completamente Emily, Stefano è un ragazzo che frequenta la parrocchia del suo paese, Tuglie, nel Salento. A 15 anni inizia a cantare nel coro per poi diventare organista di tutte le chiese del paese.
“Negli ultimi anni avevo iniziato a sentire dei discorsi un po' fastidiosi: sulla famiglia fatta da uomo e donna, sugli omosesssuali che vanno a ledere la sessualità di una famiglia – ricorda Emily, che aggiunge – Soffrivo molto. Ero costretto a vestire abiti maschili che non sentivo miei, volevo cambiare e andare via”.
Lo fa nel 1999. Va a Milano e a casa di un amico infermiere inizia la terapia ormonale. “Quando sono tornata a casa dopo un po' di mesi, nel vedermi mio padre ebbe un colpo e finì in ospedale, ma mia madre mi difese”.
Fu la genitrice la prima a scoprire la vera natura di Emily: “Negli anni Novanta andavo a ballare di nascosto, cambiandomi. Mia madre mi buttò tutti gli abiti per le serate. Mi arrabbiai tantissimo. Da lì decisi che volevo andare via, mollando organo e pianoforte. È stato una grande sofferenza”.
Le discriminazioni sul lavoro
Ma la musica resta per lei la cosa più importante. Ci riprova, ce la fa: ottiene il diploma con il massimo dei voti. Debutta a Lecce nel Nabucco di Giuseppe Verdi, il suo compositore preferito, nel ruolo del Gran Sacerdote.
Poi ci furono le audizioni alla Biennale di Venezia e nell'ottobre 2014 il debutto al Festival di musica contemporanea con l'opera Magen Zeit. Nel 2016 diventa Marullo nel Rigoletto di Verdi (“Amo i ruoli da comprimari”, confessa Emily). Il tutto indossando abiti maschili, ma non basta a convincere le organizzazioni a includerla nei loro cast.
“I registi pensano che potrebbero avere problemi con me, ma non è vero perché mi sono sempre vestita da uomo, mentre ad esempio nell'opera barocca le donne cantano ancora da uomo nei ruoli un tempo riservati ai castrati”, spiega Emily.
L'ultimo episodio discriminatorio l'ha vissuto durante le selezioni per gli aggiunti al coro dell'Accademia di Santa Cecilia di Roma. “Appena tornata a casa ho trovato un messaggio su Facebook da un membro della commissione che mi diceva “non sappiamo dove collocarti”.
“Bisogna ancora lottare tanto, anche per avere i nostri diritti – sottolinea Emily, aggiungendo –. Io l'ho fatto nel modo più normale possibile. Non ostento nulla: è questo che mi ha concesso di cantare nelle chiese. Ma ad oggi non riesco a trovare un agente”.
Emily, modello per altri
Tuttavia la sua storia non è passata inosservata. Intanto, Emily è stata protagonista del documentario corale Unique. Poi con la sua vita ha ispirato al coming out un altro grande baritono tedesco, Lucia Lucas, che è stata la prima donna transgender ad esibirsi in un teatro dell'opera americano.
“Lucia Lucas era un baritono, aveva una carriera da uomo. Quando ha sentito la mia storia, mi ha scritto per ringraziarmi: ha fatto coming out, ma è rimasta con sua moglie, iniziando un cambiamento”.
Emily De Salve è dunque baritono eccezionale e una donna transgender da record: le manca solo un agente e un po' di successo.