La giornalista filippina Maria Ressa combatte ogni giorno contro l'ostracismo del governo di Rodrigo Duterte
La giornalista filippina Maria Ressa combatte ogni giorno contro l'ostracismo del governo di Rodrigo DuterteUna storia, tante storie. Tante persone, una Persona.
Coraggiosa, impavida, donna. Maria Ressa è stata nominata dalla rivista TIME persona dell'anno 2018 assieme a un gruppo di giornalisti in pericolo finiti nel mirino di regimi totalitari. I "Guardiani" della verità.
Secondo Maria Ressa ciò che le sta succedendo in questi anni, da direttrice del sito Rappler, supera per gravità quello che ha vissuto da reporter specializzata in terrorismo durante gli anni alla Cnn di Giakarta e Manila.
Nel 2012 la giornalista investigativa ha fondato il portale di news filippino che, sin dalla nascita, ha raccontato una delle piaghe del Paese: gli abusi della polizia durante la guerra alla droga. Questo fenomeno è costato la vita a circa 12.000 persone, ammazzate con giustizia sommaria per ordine del governo.
Rodrigo Duterte è uno dei suoi nemici: temuto dalla polizia, ma non da Maria Ressa, una delle più valorose donne contro gli stereotipi del nostro tempo
Nell'occhio del ciclone non solo Maria Ressa, ma anche numerosi reporter di Rappler, "colpevoli" di aver documentato diversi casi di sfruttamento dei lavoratori da parte di un potente uomo d'affari vicino al presidente. Tra gli altri, anche quest'ultimo sta cercando con tutte le sue forze di far chiudere il giornale e di portare la reporter in giudizio.
Foto: Moises SAMAN / various sources / AFP
Nel suo primo discorso come capo di stato, Duterte afferma che Rappler viene finanziato dagli americani per attaccare lui e il suo governo. Siamo ancora nell'era Obama, ma ancora oggi il presidente è convinto che il sito guidato da Ressa sia solo un paravento a stelle e strisce.
Maria Ressa riceve circa 90 minacce di morte ogni giorno, ma questo non le impedisce di fare il suo lavoro. In un'intervista a Repubblica, la direttrice ha dichiarato: "Qualsiasi giornalista che ponga domande critiche, chiunque si interroghi in merito alle uccisioni extragiudiziali è stato bombardato di abusi. Io e altre colleghe abbiamo ricevuto minacce di violenza e stupro o mesaggi di morte, moltiplicati con falsi account Facebook".
In 38 anni di carriera questo è il momento più violento della storia delle Filippine, sostiene Ressa. Dato che le minacce non l'hanno fermata, il governo ha svolto indagini finanziarie sul lavoro giornalistico della testata. È stata svolta un'inchiesta sulla struttura proprietaria di Rappler, che ha portato alla revoca della licenza di pubblicazione. Poi è stata la volta della frode fiscale: il sito non avrebbe pagato tasse per due milioni e mezzo di dollari, almeno secondo il fisco filippino.
Ma Maria Ressa non si arrende. Come ha sempre fatto durante i suoi anni da corrispondente, davanti alle accuse ha fatto solo un respiro profondo e ha elaborato una strategia per affrontare la questione.