Ci ha conquistati con la sua Lucrezia e in quasi vent'anni di attività è diventata una delle donne più amate del fumetto italiano. Ecco cosa sono per lei matite, vignette e graphic novel.
Ci ha conquistati con la sua Lucrezia e in quasi vent'anni di attività è diventata una delle donne più amate del fumetto italiano. Ecco cosa sono per lei matite, vignette e graphic novel.L'ironia sulle relazioni di coppia veicolata attraverso le vignette di Lucrezia, il suo personaggio più famoso, hanno reso Silvia Ziche una delle (pochissime) donne più amate del fumetto italiano.
Abbiamo imparato ad amare il suo tratto sulle pagine di Topolino, prima di arrivare a cercare ogni giorno online e sui periodici con cui collabora, quella pillola di pungente saggezza sull'amore, le donne, gli uomini e la vita nelle sue vignette che generosamente posta spesso sul suo blog.
Quale voce più adatta della sua, dunque, per raccontare il mondo del disegno, delle vignette e del graphic novel? Ecco cos'è il fumetto secondo Silvia Ziche.
La sua definizione di fumetto: cos'è per te?
Il fumetto è una forma di comunicazione. La mia preferita. Fin da piccolissima ho imparato a disegnare le mie emozioni, quello che mi passava per la testa, le storie che inventavo.
Ho iniziato, a vent’anni, a fare fumetti professionalmente senza quasi accorgermene, su Linus. Il fumetto rimane ancora per me il modo più immediato di raccontare, di fissare immagini e momenti. Mi diverto ancora tantissimo a scrivere e disegnare fumetti. Al punto che, nei momenti più stressanti della mia vita, mi rifugio nel lavoro come in un’isola felice.
Quando pensa al fumetto qual è la parola o l'aggettivo che vi associa nella sua mente?
Racconto.
Cosa non deve mai mancare in un buon fumetto?
L’emozione. Una storia può essere scritta e disegnata benissimo, ma se non riesce a coinvolgere emotivamente il lettore, rimane fredda.
Cosa pensa sia andato perduto o abbia acquistato il mondo del fumetto negli anni?
Penso che abbia acquistato maggior rispetto, è una forma di narrazione come le altre, come il cinema e il romanzo. Forse ha perduto un po’ di ingenuità.
Qual è il fumetto a cui è più legata?
Difficile sceglierne uno solo, sono stata legata a fumetti diversi in periodi diversi della vita. Da bambina, quando ancora non sapevo leggere, sono stati i fumetti Disney a conquistarmi. Poi, da ragazzina, Asterix e Lupo Alberto. Più grandicella, Claire Bretécher e le strisce americane: i Peanuts, Calvin e Hobbes, Bloom County. Ma ce ne sono tantissimi altri che hanno lasciato tracce nella mia formazione come autrice di fumetti.