Il mondo vegetale scalza quello animale dal ruolo di portatore di conforto emotivo. C'è chi è arrivato a coltivarne oltre 300 in casa, prendendosene cura mentre sua moglie dorme
Il mondo vegetale scalza quello animale dal ruolo di portatore di conforto emotivo. C'è chi è arrivato a coltivarne oltre 300 in casa, prendendosene cura mentre sua moglie dormeC'è chi alleva pesci tropicali. Chi riesce a mantenere una voliera di uccelli. Chi si circonda di cani, chi di gatti, chi di altre insolite creature. E c'è chi, al mondo animale preferisce quello vegetale, e sceglie di circondarsi di piante. Certo, finché parliamo di quattro, cinque, anche dieci piante, non c'è nulla di strano. Qualche perplessità suscita chi inizia a dar loro nomi o ad allevarne fra casa e ufficio oltre 300. C'è chi li chiama addirittura "green pet", animali verdi, proprio perché crea con le piante un legame molto simile a quello che di solito si stabilisce con cani e gatti.
Ecco chi sono i "plants parents", i genitori di piante.
Iniziamo col dire che i genitori di piante sono per lo più Millennials, persone nate tra il 1981 e il 1995. A volte non hanno figli, ma hanno un legame sentimale. Sono concentrati sulla propria carriera e hanno sufficienti risorse economiche per dedicarsi a ficus, piante grasse, gelsomini e piante aromatiche.
Se questa passione non è condivisa, il partner escluso dall'accudimento delle piante può sentirsi un po' tagliato fuori da quel momento speciale che è l'innaffiamento delle creature vegetali. Quando le cose vanno bene si percepisce la gioia nell'altro: basta anche una sola foglia. Ma quando le piante sembrano soffrire, la frustrazione può estendersi anche alla coppia.
Proprio come accade per i neogenitori, anche chi ha adottato delle piante si confronta sul web con le persone che coltivano la stessa passione. Sui social e su siti come Reddit impazzano i thread in cui ci si lamenta dell'eccessivo attaccamento dei partner ai "figli vegetali" o ci si confronta sulle tecniche di allevamento.
Inoltre, durante il periodo estivo, proprio come per gli animali domestici compare il problema del "plant sitting". Scegliere la persona giusta non è facile. C'è chi, come curriculum, chiede il possesso di piante in casa che siano ancora vive. Di sicuro non è un compito che si può lasciare a un plant sitter improvvisato: ci vuole esperienza con il mondo vegetale e molta dedizione.
C'è chi è così legato alle proprie piante da arrivare a posizionarle accanto al letto, in modo che siano la prima cosa da vedere al risveglio. C'è chi le vede come un'espressione della propria personalità. Ma c'è chi ha un approccio più laico all'intera faccenda e si limita a comprarne sempre di nuove, per variare l'ambiente domestico e arricchire giardini e balconi.
Ai genitori di piante si potrebbe obiettare che sì, si tratta di organismi viventi, ma che non sembrano in grado di ricambiare l'affetto ricevuto dai propri fedeli padroni al contrario di ciò che fanno cani e gatti.