La 90esima edizione degli Academy Awards si è appena conclusa e fra spettacolari performance e meritatissimi premi, ecco i passi più toccanti e divertenti dei discorsi dei vincitori.
La 90esima edizione degli Academy Awards si è appena conclusa e fra spettacolari performance e meritatissimi premi, ecco i passi più toccanti e divertenti dei discorsi dei vincitori.Di questa Notte degli Oscar rimarrà una cosa importante: nessuno ha fatto il nome di Donald Trump. Certo, sono state citate le sue politiche attraverso le dolcissime parole di Guillermo Del Toro, ma nessuno lo ha nominato. C'è stato tanto #MeToo e Time's Up, anche se le attrici hanno rimesso negli armadi gli abiti neri e hanno lasciato che forse Frances McDormand a parlare per tutte loro. E infine, l'amore secondo James Ivory, che a 89 anni è il più anziano vincitore nella storia degli Academy Awards.
Ecco le frasi che resteranno di questi Oscar 2018.
«Mi ricordo un tempo in cui i grandi studi cinematografici non credevano che una donna o una minoranza potessero essere i protagonisti di un film di supereroi. E me lo ricordo perché quel tempo era marzo dello scorso anno». Jimmy Kimmel, nel discorso di apertura della 90esima edizione degli Oscar.
«È l’uomo perfetto: tiene le mani a posto, non dice parolacce, non ha neanche il pene: è il simbolo del tipo di uomo di cui abbiamo bisogno oggi». Jimmy Kimmel, nel discorso di apertura della 90esima edizione degli Oscar.
«Grazie a Guillelmo Del Toro ricorderemo quest’anno come quello in cui gli uomini si sono comportati così male che le donne hanno incominciato a uscire con i pesci». Jimmy Kimmel, nel discorso di apertura della 90esima edizione degli Oscar.
«Tutte abbiamo storie da raccontare e progetti da finanziare. Non parlateci di questa cosa alle feste di stasera. Invitateci nel vostro ufficio tra un paio di giorni o venite al nostro, come credete meglio, e vi diremo tutto. Ho due parole prima di lasciarvi stasera, signore e signori: Inclusion Rider». Frances McDormand, discorso di ringraziamento per il premio Miglior attrice protagonista.
L'inclusion rider è una clausola che gli attori possono scegliere di inserire nei loro contratti, per avere la garanzia che la troupe e il cast del film in cui reciteranno rispetti un certo livello di inclusività. La clausola garantisce la presenza di donne, neri e altre persone solitamente poco rappresentate nel mondo del cinema.
«Sin da bambino sono sempre stato fedele ai mostri. Sono stato salvato e assolto da loro. Perché i mostri in cui credo sono i santini delle nostre preziose imperfezioni». Guillermo Del Toro, nel suo discorso di accettazione del premio come Miglior regista.
«Io sono un immigrato come molti di voi. E negli ultimi 25 anni ho vissuto in un Paese tutto nostro. Una parte è qui, una parte è in Europa, una parte è ovunque. Perché la cosa più importante che fa il nostro settore è cancellare le linee di confine, quando il resto del mondo vorrebbe renderle più profonde. Dovremmo continuare a sentirci così invece di costruire muri». Guillermo Del Toro, nel suo discorso di accettazione del premio come Miglior regista.
«Coco non esisterebbe senza le vostre culture e tradizioni di una bellezza infinita. Con Coco abbiamo cercato di fare un passo verso un mondo dove tutti i bambini possono crescere guardando personaggi nei film che sembrano, parlano e vivono come loro. Le persone marginalizzate meritano di sentire di esser parte di qualcosa. Le rappresentazioni contano». Lee Unkrich e Darla K. Anderson, rivolti al Messico nel discorso di ringraziamento per il Miglior film d'animazione.
«Ho smesso di scrivere questo film circa 20 volte perché pensavo fosse impossibile. Pensavo che non avrebbe funzionato. Pensavo che nessuno avrebbe mai fatto questo film. Ma continuavo a tornarci, perché sapevo che se qualcuno mi avesse permesso di fare questo film, la gente lo avrebbe ascoltato e visto. Grazie a tutti coloro che hanno comprato un biglietto, che hanno detto a qualcuno di comprare un biglietto. Vi voglio bene per aver urlato al cinema, allo schermo». Jordan Peele, attore, regista e sceneggiatore premiato per Get Out.
Chiamami col tuo nome è «una storia sul primo amore, una storia familiare alla maggior parte di noi, che etero, gay o a metà strada abbiamo avuto un primo amore, si spera, e ne usciti più o meno intatti.» James Ivory, nel ritirare il premio per la Miglior sceneggiatura non originale.