Arriva anche in Italia il progetto di Citizen science monitoring: i cittadini scendono in campo insieme ai ricercatori per salvare la biodiversità.
Arriva anche in Italia il progetto di Citizen science monitoring: i cittadini scendono in campo insieme ai ricercatori per salvare la biodiversità.La biodiversità è continuamente minacciata dall’uomo e ora si chiede proprio ai cittadini di contribuire alla scoperta e alla tutela delle specie animali e vegetali a rischio lavorando fianco a fianco con i ricercatori.
Si tratta di Csmon-Life, il progetto di Citizen science monitoring nato oltre oceano già attivo in diversi Paesi europei come Gran Bretagna, Germania e Svezia e che adesso arriva anche in Italia grazie al finanziamento di Life+, il fondo per l’ambiente dell’Unione europea.
In Italia si contano oltre 67.500 specie animali e vegetali, una biodiversità straordinaria che è a rischio a causa dell’azione dell’uomo: secondo l’Ispra, il 50% della flora e della fauna si trova in un pessimo stato di conservazione.
Il progetto Csmon-Life mira a incentivare la collaborazione tra ricercatori, amministrazioni pubbliche e cittadini per scoprire, monitorare e proteggere la biodiversità a favore di uno sviluppo di politiche ambientali condivise
Partecipano al progetto l’Università di Trieste e gli atenei romani La Sapienza e Tor Vergata, l’Agenzia dei parchi del Lazio, il Cts e l’Istituto agronomico mediterraneo di Bari.
Stefano Martellos, coordinatore del progetto dell’Università di Trieste, dichiara di voler iniziare costruendo una rete di circa duemila citizen scientist, con almeno 20 mila dati raccolti, e successivamente mira ad allargare il progetto su scala nazionale con almeno 200 mila cittadini.
Ma chi sono i citizen scientist? Si tratta di semplici cittadini come scout, escursionisti, contadini, pescatori, sub e cacciatori che avranno a disposizione strumenti tecnologici come smartphone e tablet per raccogliere i dati e inviarli direttamente.
Un team di scienziati convaliderà le informazioni che poi confluiranno nella banca dati del Network nazionale della biodiversità: foto e dati saranno poi messi a disposizione delle università e degli istituti di ricerca.
La zona di rilevamento per le specie terrestri, botaniche e zoologiche, riguarda le aree protette del Lazio: i cittadini monitoreranno istrici e farfalle, licheni, specie rare e aliene. Il monitoraggio riguarda anche l’area del Salento, sia sulla costa adriatica che su quella ionica per studiare le specie marine come il granchio blu Chesapeake e la salpa (Thalia democratica).
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