Durante la conferenza Arctic Frontiers 2014 sono stati diffusi i dati del Progetto ArcRisk sugli effetti che l’inquinamento determina sulla popolazione dell’Artico
Durante la conferenza Arctic Frontiers 2014 sono stati diffusi i dati del Progetto ArcRisk sugli effetti che l’inquinamento determina sulla popolazione dell’ArticoDopo cinque anni di ricerche sono stati resi noti alla conferenza Artic Frontiers 2014 i risultati del Progetto ArcRisk, sostenuto dall’Unione Europea per monitorare l’impatto dell’inquinamento sulla salute umana nelle regioni del Polo Nord.
In questa area del pianeta il riscaldamento globale presenta un valore medio doppio rispetto al resto del pianeta, inoltre qui la circolazione atmosferica raduna le componenti inquinanti provenienti dalle altre latitudini inferiori.
Gli elementi inquinanti dopo aver viaggiato nei cieli dell’emisfero settentrionale, si depositano al suolo e nelle acque penetrando così nella catena alimentare e passando dagli animali all’uomo.
L’Unione Europea ha fortemente sostenuto questo progetto di studio in quanto in parte è responsabile della condizione di inquinamento in cui si trova il Polo Nord e in parte perché importa pesce dai Paesi nordici
Le ricerche, eseguite da 21 istituzioni di dodici nazioni, hanno monitorato la presenza di sostanze inquinanti in individui giovani nell’arco degli ultimi dieci anni e i risultati si sono rivelati allarmanti: negli organismi le dosi di policlorobifenile (Pcb), composti organici scaricati nell’ambiente da prodotti industriali, sono cresciute del 50%. Inoltre alcune sostanze provenienti dall’attività agricola come le diossine e i pesticidi, noti come Hch e Hcb, sono aumentati del 10%.
Per quanto riguarda poi le ricerche sulle malattie si è riscontrata una crescita dei tumori da 20 a 30 casi su mille e un lieve aumento dei casi problematici nella gravidanza saliti da 30 a 35 casi.
Janet F. Pawlak, coordinatrice del progetto ha sottolineato come queste sostanze inquinanti abbiano un’influenza negativa sulla riproduzione e creino problemi nell’età dello sviluppo favorendo l’insorgere di disturbi comportamentali ed endocrini oltre che di tumori.
Purtroppo gli scienziati ipotizzano un aumento delle concentrazioni inquinanti nei prossimi anni fino a quattro volte di più rispetto a oggi anche a seguito dell’aumento della temperatura: è la diminuzione dei ghiacci artici e il conseguente aumento del livello dei mari ad alterare la distribuzione delle sostanze inquinanti.
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