Gli eco-isolanti come lana di vetro, lana di pecora, paglia e canapa permettono di risparmiare fino al 70% di energia per riscaldare o raffreddare casa
Gli eco-isolanti come lana di vetro, lana di pecora, paglia e canapa permettono di risparmiare fino al 70% di energia per riscaldare o raffreddare casaCoibentando le abitazioni e gli edifici con materiali isolanti si può arrivare a risparmiare fino al 70% di energia migliorando così non solo le condizioni economiche ma anche quelle ambientali.
In base ai dati raccolti da Legambiente una casa singola, se ben coibentata, permetterebbe una riduzione delle spese di riscaldamento di oltre mille euro mentre in un condominio si potrebbero risparmiare circa 550 euro.
Occorre però prestare attenzione ai materiali usati evitando quelli prodotti attraverso la lavorazione del petrolio, come il poliestere e il poliuretano e optando per soluzioni più eco-sostenibili come la lana di vetro, quella di pecora, la paglia e la canapa.
Le fibre corte della lana, scartate dal settore tessile e reimpiegate nell’edilizia, costituiscono un ottimo materiale ignifugo e antimuffa in grado di garantire elevate proprietà fonoassorbenti e isolanti che inducono un risparmio energetico di circa il 30%.
Altrettanto efficienti risultano essere le fibre della paglia, molto usate negli Stati Uniti e nel Nord Europa ma che stentano a diffondersi nel nostro Paese
Invece ampiamente usate, soprattutto negli ultimi due anni, sono le fibre di canapa che consentono un risparmio anche del 40% sui costi di riscaldamento.
Addirittura costruendo muri in Natural Beton, un impasto di canapa e calce, si può arrivare a risparmiare circa l’80% rispetto ad un edificio non isolato.
Ugualmente efficace è poi la lana di vetro ricavata quasi totalmente da vetro riciclato e capace di ridurre i consumi energetici fino al 70%. Anche se non completamente ecologica, perché presenta schiume e polistirene espanso derivato dal petrolio, la lana di vetro è un materiale dalla vita lunghissima.
Un tempo la lana di vetro era considerata responsabile di irritazioni e patologie tumorali ma il nuovo metodo di produzione stabilito dalla normativa europea l’ha resa sicura tanto che nel 2010 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro l’ha classificato come un prodotto non cancerogeno.
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