A partire dalla prossima primavera, in base ad un’ordinanza del Comune di Paestum, sarà vietato l’uso di plastica non biodegradabile nell’area archeologica.
A partire dalla prossima primavera, in base ad un’ordinanza del Comune di Paestum, sarà vietato l’uso di plastica non biodegradabile nell’area archeologica.A Paestum, dalla prossima primavera, saranno completamente banditi i tradizionali sacchetti di plastica, a meno che non si tratti di materiale biodegradabile.
A stabilirlo è un’ordinanza comunale di Paestum-Capaccio che e coinvolgerà ben tre chilometri quadrati dell’area archeologica di Paestum e 14 km di litorale.
La decisione riguarderà sia i 25 mila residenti che i 600 mila turisti che in media annualmente visitano l’area archeologica producendo inevitabilmente una massa imponente di rifiuti.
Per questa ragione tutte le attività commerciali presenti nell’area dovranno vendere e mettere a disposizione della propria clientela solo sacchetti, bicchieri, piatti, posate e altri oggetti realizzati solo in plastica biodegradabile.
L’ordinanza, valevole solo a partire da primavera, ha immediatamente accolto l’apprezzamento degli ambientalisti prima fra tutti dell’associazione FareAmbiente–Movimento ecologista europeo che ha deciso di presentarla a livello nazionale.
L’obiettivo è di promuovere l’iniziativa anche agli altri Comuni soprattutto quelli appartenenti ad aree turistiche e di interesse archeologico
Di recente infatti si è tenuto a Roma il convegno “Plastica e ambiente. Le nuove frontiere del biodegradabile” e Fare Ambiente ha colto l’occasione per proporre l’avvio di una campagna di comunicazione nazionale sulla raccolta differenziata e sull’utilizzo delle plastiche biodegradabili.
L’intento è anche quello di promuovere interventi di riconversione delle industrie che trasformano materie plastiche fornendo loro appoggio e agevolazioni economiche.
Secondo Fare Ambiente l’ordinanza applicata al territorio archeologico di Paestum dovrebbe essere presa a modello da tutte le altre amministrazioni del Paese rendendo obbligatoria la raccolta differenziata.
Fare Ambiente, tramite dichiarazione del suo presidente Vincenzo Pepe, ha anche aggiunto di voler indire prima dell’estate un summit tra tutte le amministrazioni locali aderenti al progetto, in modo da favorire un mutuo scambio di esperienze creando così una cultura diffusa sul tema dello sviluppo sostenibile.
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