L’olio di cucina usato è dannoso per l’ambiente: andrebbe riciclato ma si fa ancora troppo poco. Entro il 2015 si punta a raccoglierne 100 mila tonnellate.
L’olio di cucina usato è dannoso per l’ambiente: andrebbe riciclato ma si fa ancora troppo poco. Entro il 2015 si punta a raccoglierne 100 mila tonnellate.Buttare l’olio da cucina usato negli scarichi è estremamente dannoso per l’ambiente: anche se non viene classificato come rifiuto non pericoloso è comunque deleterio.
I depuratori faticano a filtrarlo e una volta in acqua finisce con il formare un velo in superficie che impedisce lo scambio dell’ossigeno: ciò provoca la morte di pesci e flora acquatica con notevoli danni all’ecosistema. Se penetra poi nelle falde acquifere più profonde può rendere l’acqua non potabile.
Pertanto buttare negli scarichi domestici l’olio delle scatolette o di frittura non deve essere assolutamente fatto: occorre iniziare a recuperarlo perché può diventare una risorsa utile
L’olio esausto vegetale e animale può infatti essere trasformato in biodiesel, lubrificante per macchine agricole, glicerina per saponificazione, distaccanti per l’edilizia e molti altri prodotti industriali. Purtroppo però ancor sono ancora pochi i cittadini che lo fanno: delle oltre 1.400.000 tonnellate solo il 20% viene riciclato.
In base ai dati forniti dal Conoe, nel 2009 sono state riciclate 42 mila tonnellate di olio esausto, mentre nel 2012 circa 47 mila: l’obiettivo a cui si mira è di arrivare a raccogliere e riutilizzare per il 2015 ben 100 mila tonnellate.
Attualmente nel nostro Paese il recupero di olio usato non viene fatto in tutte le città o se attivato risulta piuttosto complicato, tuttavia esistono realtà particolarmente organizzate
Ne è un felice esempio il progetto pilota Fai il pieno d’olio: nuova vita per l’olio di frittura che coinvolge i Comuni di Cambiago, Cavenago Brianza, Pozzuolo Martesana, Gessate e Bellinzago Lombardo e che prevede la raccolta dell’olio in una tanica fornita alle famiglie da consegnare ogni due settimane attraverso il passaggio di un automezzo autorizzato oppure da portare all’isola ecologica predisposta.
A Roma è stato invece avviato il progetto Dall’olio fritto al biodiesel, attraverso l’installazione in alcune scuole e mercati di fusti per la raccolta dell’olio usato: arrivando a raccogliere l’olio vegetale esausto prodotto dalle famiglie romane si potrebbero ricavare 7 milioni di litri di biodiesel ogni anno che potrebbero alimentare 7 mila auto.
Insomma la raccolta dell’olio usato andrebbe organizzata meglio e imposta a tutti i comuni in modo da consentire a tutti i cittadini sensibili alle questioni ambientali di partecipare al riciclo di questo prodotto.
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