Secondo il dossier di Legambiente, sulla base dei dati forniti dal Corpo Forestale dello Stato, i reati ambientali dal 2010 al 2012 sono cresciuti del 32,18%.
Secondo il dossier di Legambiente, sulla base dei dati forniti dal Corpo Forestale dello Stato, i reati ambientali dal 2010 al 2012 sono cresciuti del 32,18%.Sul fronte della salvaguardia ambientale sono in arrivo brutte notizie: dal 2010 al 2012 i reati commessi ai danni del’ambiente e gli illeciti amministrativi ad essi collegati sono aumentati rispettivamente del 32,18% e 75,28%.
I dati sconfortanti sono stati diffusi dal rapporto stilato da Legambiente: nell’arco di tre anni sono stati registrati 5349 reati ambientali e gli illeciti amministrativi sono stati 11.799.
Si tratta oltretutto di una stima per difetto che cioè non tiene realmente conto di tutti i reati commessi ma solo di quelli scoperti e denunciati: purtroppo il timore che il fenomeno della criminalità ambientale sia ben più vasto è più che fondato.
Bracconaggio, discariche abusive, cattura e commercio di animali protetti se non addirittura uccisione: il dossier di Legambiente descrive una situazione di estrema gravità
Allarmante poi è il fatto che proprio le aree che dovrebbero essere più protette ovvero le oasi e i parchi nazionali subiscono i maggiori affronti: ad esempio nel Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano si è registrato un incremento dei reati ambientali addirittura del 43,38%.
Senza contare poi le tante storie che riempiono le cronache di tutti i giorni legate al bracconaggio e all’uccisione di animali sotto protezione perché a rischio estinzione nel nostro territorio come orsi e lupi.
Il nostro Paese è uno dei più ricchi in Europa per quanto riguarda la biodiversità proprio grazie alle aree protette ma occorre fare di più per proteggerle: servirebbe una politica di potenziamento delle produzioni naturali, un’ottimizzazione dell’uso delle risorse e una riqualificazione degli ambienti degradati.
E’ estremamente importante poi rallentare il consumo di suolo attuando politiche conservative che migliorino la situazione territoriale dei parchi trasformandoli in modelli di riferimento per l’intero territorio nazionale.
I dati forniti da Legambiente non fanno altro che confermare una situazione in bilico: contro l’azione distruttrice delle ecomafie e degli speculatori che minacciano l’ambiente occorre non solo rafforzare i controlli ma anche migliorare il quadro legislativo.
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