“Don't bank on the bomb", la campagna per chiedere la fine dell'uso improprio del denaro dei cittadini da parte delle banche che finanziano il nucleare.
“Don't bank on the bomb", la campagna per chiedere la fine dell'uso improprio del denaro dei cittadini da parte delle banche che finanziano il nucleare.Nel mese di ottobre, come ogni anno, il movimento mondiale no profit ICAN (International campaign to abolish nuclear weapons) attraverso la campagna informativa Don't bank on the bomb ha diffuso i dati relativi al finanziamento di armi nucleari da parte delle banche.
Secondo il rapporto preparato da ICAN sono ben 298 gli istituti finanziari che con oltre 314 miliardi di dollari finanziano l’industria del nucleare: per la maggior parte si tratta di banche americane ma anche l’Europa e l’Asia sono bene rappresentate.
Secondo i dati raccolti le banche che finanziano il nucleare sono 175 in USA, 65 in Europa, 47 in Asia e 10 in Medio Oriente e solo 1 in Africa mentre 27 sono le compagnie produttrici di armi atomiche che ricevono finanziamenti da questi istituti di credito.
Tra le più importanti banche che partecipano alla fabbricazione e al commercio di armi nucleari compaiono:
- Goldman Sachs, State Street, Capital Group of Companies, Morgan Stanley e Blackrock (USA)
- HSBC, Barclays Bank e Royal Bank of Scotland (UK)
- BNP Parisbas, Crédit Agricole, AXA e Société Générale (Francia)
- Deutsche Bank e Commerzbank (Germania)
- Mitsubishi UFJ Financial e Sumitomo Mitsui Banking (Giappone)
- Life Insurance Corporation (India)
- UBS e Credit Suisse (Svizzera)
Per quanto riguarda l’Italia nel rapporto del 2013 compaiono solo due banche, Intesa Sanpaolo e UniCredit, al contrario di quanto avveniva nel rapporto del 2012 dove le banche elencate erano addirittura tredici.
Buone notizie dunque per l’Italia anche per il fatto che, nell’elenco delle 11 banche virtuose che investono in progetti etici e che si dichiarano apertamente contro il nucleare, viene contemplata Banca Etica.
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