Nei laboratori del Centro di micro-biorobotica di Pontedera sta crescendo la prima pianta robot che cercherà il petrolio.
Nei laboratori del Centro di micro-biorobotica di Pontedera sta crescendo la prima pianta robot che cercherà il petrolio.Ha l’aspetto di un bonsai hi-tech e viene coltivata dai bioingegneri dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) nei laboratori del Centro di micro-biorobotica a Pontedera (Pisa): si tratta della prima pianta robot al mondo, anche chiamata plantoide.
Il primo robot ispirato alle piante, dotato di tronco, foglie reattive e radici intelligenti capaci di esplorare il terreno, sta crescendo in risposta agli stimoli esterni combinando una nuova generazione di tecnologie hardware e software.
L’impiego di questo plantoide sarà vario e riguarderà le attività più differenti come la bonifica dei terreni agricoli, la ricerca del petrolio e addirittura l’esplorazione del suolo marziano.
Il Plantoide dell’Iit rappresenta una novità tecnologica assoluta ed è il primo progetto mondiale del genere.
Il prototipo di plantoide ha un tronco realizzato in materiale polimerico con stampante 3D ed è dotato di rami che includono foglioline in materiale conduttivo in grado di rispondere alle variazioni di umidità nell’aria.
Le radici robotiche del plantoite sono capaci di muoversi nel terreno proprio come le normali radici delle piante quando, per cercare acqua e nutrienti, si allungano ed esplorano il terreno cambiando direzione e aggirando gli ostacoli.
Le radici del plantoide sono inoltre in grado di accrescersi per aggiunta di materiale a livello dell’apice: non si tratta ovviamente di una crescita di cellule ma di filamenti particolari.
Infatti nelle radici sono integrati sensori miniaturizzati di temperatura e umidità oltre ad accelerometri triassiali che percepiscono la gravità, mentre l’apice robotico integra alcuni sensori fisici quali gravità, tatto, temperatura e umidità, a sensori chimici come fosforo, potassio, azoto e acidità.
Foto www.plantoidproject.eu