Un recente rapporto scientifico dell’Onu conferma l’aumento dello strato di ozono per la prima volta da 35 anni a questa parte.
Un recente rapporto scientifico dell’Onu conferma l’aumento dello strato di ozono per la prima volta da 35 anni a questa parte.Buone notizie sul fronte ambientale: per la prima volta dal 1980 è stata confermata la crescita dello strato di ozono, la parte dell’atmosfera che scherma le radiazioni solari.
Gli scienziati si dichiarano ottimisti anche se c’è ancora tanto da fare sul piano dell’eliminazione delle emissioni di gas serra, dirette responsabili dell’assottigliamento dello strato di ozono.
Il rapporto della Unep, la commissione scientifica del Programma delle Nazioni unite per l’ambiente e dell’Omm, l’Organizzazione meteorologica mondiale ha confermato un aumento considerevole di molecole di ozono nella stratosfera, anche se rispetto agli anni ’80 rimane sempre più sottile del 6%.
Lo scienziato della Nasa Paul A. Newman, a capo dei 300 ricercatori autori dello studio, ha dichiarato che dal 2000 fino al 2013 si è registrato un aumento del 4% del livello di ozono alle latitudini medio-settentrionali all’altezza di più o meno 48 km.
Entusiasta per tale dato è il chimico messicano Mario Molina che nel 1974 insieme a F. Sherwood Rowlan scrisse uno studio scientifico, premiato poi con il Nobel per la chimica nel 1995, in cui si prevedeva il problema della diminuzione dello strato di ozono.
Lo strato di ozono si sta pian piano riformando soprattutto grazie alla progressiva messa al bando, a partire dagli anni Ottanta, di alcune sostanze chimiche usate in frigoriferi e aerosol.
Lo strato di ozono aveva incominciato a diminuire a partire dagli anni Settanta a seguito della presenza nell’atmosfera di clorofluorocarburi (Cfc), ovvero sostanze responsabili della distruzione delle molecole di gas nell’aria e prodotte dall’uomo.
I Cfc furono vietati a partire dal 1987 quando tutti i Paesi mondo, allarmati dagli scienziati, siglarono un trattato per metterli al bando.
Nonostante le buone notizie c’è da riconoscere comunque che la completa ricostituzione dell’ozonosfera rimane un obiettivo lontano perché le sostanze responsabili della distruzione dell’ozono sono ancora presenti nell’atmosfera e ogni anno determinano un buco di questo gas sopra le calotte polari.
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