Il primo albero scoperto nel 2022 è dedicato all'attore Leonardo DiCaprio. Un modo per ringraziarlo per il suo impegno per salvare le foreste del Camerun e per le sue tante iniziative a difesa dell'ambiente.
Il primo albero scoperto nel 2022 è dedicato all'attore Leonardo DiCaprio. Un modo per ringraziarlo per il suo impegno per salvare le foreste del Camerun e per le sue tante iniziative a difesa dell'ambiente.C'è un nuovo albero nel mondo e porta il nome dell’attore Leonardo Di Caprio. Il primo albero scoperto nel 2022 si chiama Uvariopsis dicaprio ed è la specie che il team di ricercatori composto da elementi del Royal Botanic Gardens, Kew, Université de Yaoundé, Herbier National du Cameroon e Université de Montpellier ha deciso di dedicare proprio alla star americana. Un omaggio all’attore e attivista che in questi anni si è distinto per il suo impegno profuso a favore dell’ambiente in più di 20 anni.
Le caratteristiche dell’albero dicaprio
L’Uvariopsis dicaprio è un albero tropicale della famiglia ylang-ylang, alto 4 metri e si compone di mazzi di fiori grandi, lucidi, di colore giallo-verde brillante che nascono direttamente sul tronco. Si trova nella foresta di Ebo, in Camerun. Purtroppo si tratta anche di un albero che rischia l'estinzione visto l'habitat forestale in cui si trova rimane non protetto e sotto minaccia del disboscamento ed estrazione mineraria.
Perché un albero dedicato a Dicaprio
Gli scienziati hanno voluto “intitolare” il nuovo albero in onore di Leonardo Di Caprio perché l'attore ha svolto, soprattutto attraverso campagne social media, un intenso lavoro di lobbying che ha permesso di revocare una concessione di disboscamento per la foresta di Ebo - luogo dove vive, tra l’altro, un'incredibile fauna selvatica tra cui una popolazione unica di scimpanzé che utilizza ramoscelli per pescare le termiti e pietre per aprire le noci - nel febbraio 2020. Il governo del Camerun aveva, infatti, firmato il decreto che dava il via libera al disboscamento ma grazie alla pressione mediatica, il presidente Paul Biva ha revocato le concessioni.
L’impegno di Di Caprio per l’ambiente
L’albero Dicaprio arriva qualche anno dopo un altro riconoscimento. Nel 2018, infatti, gli è stata dedicata una nuova specie di coleottero (il Grouvellinus leonardodicaprioi) come riconoscimento per il suo attivismo nel campo della salvaguardia della biodiversità mondiale.
Ma da dove parte l’impegno del Jack Dawson di Titanic per l’ambiente? Leonardo DiCaprio ha fatto tanto per l'ambiente: nel 1998, subito dopo il grande successo del colossal, ha fondato la sua Leonardo DiCaprio Foundation attraverso la quale si impegna in attività di sensibilizzazione e raccolta fondi per la salvaguardia della flora e della fauna e promuove varie cause benefiche e nel 1999 ha aperto un sito web ufficiale, in cui tratta varie tematiche ambientali.
Ma c'è tanto altro. DiCaprio ha comprato un’isola sulle coste del Belize – Blackadore Caye – come Marlon Brando e Johnny Depp, solo che lui l’ha fatto per salvare le sue mangrovie dalla deforestazione. Importanti anche le azioni per ridurre la propria impronta ecologica: è stato tra i primi divi di Hollywood a guidare una Toyota Prius ibrida; ha acquistato un appartamento in un grattacielo sostenibile di New York.
Nel 2010, ha donato un milione di dollari al Wwf per salvare le tigri dall’estinzione e proteggere il loro habitat e da qualche anno è nel consiglio di amministrazione di parecchie organizzazioni ambientaliste, tra cui proprio il Wwf.
Nel 2014 è stato nominato ambasciatore ONU contro il cambiamento climatico e messaggero di pace dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, mentre nel 2016 viene inserito dalla rivista Time al primo posto tra le 100 persone più influenti del Pianeta, nella categoria icona.
Nel 2019 crea la fondazione ambientalista Earth Alliance attraverso la quale ha donato milioni di dollari per salvare la foresta amazzonica nonché per gli incendi in Australia.
DiCaprio ha ingaggiato battaglie per proteggere specie a rischio di estinzione- i vaquita in Messico, gli squali in California, le tigri in Asia, gli elefanti in Africa. Dal 2010 ad oggi, con la sua fondazione ha raccolto decine e decine di milioni di dollari, finanziando oltre 200 progetti nei 5 oceani del mondo e in 50 Paesi. Si appella costantemente ai leader del mondo per gestire la crisi climatica e ha prodotto e presentato vari documentari su argomenti ecologici e con l’intento di accendere i riflettori attorno alle più grandi eco-sfide e ha avviato varie iniziative a favore dell’ambiente.
Tra questi, ad esempio, spiccano film come:
The 11th Hour - L'undicesima ora (2007) fa il punto sullo stato di salute del nostro Pianeta;
Before the Flood (2016) viaggio-documentario sugli effetti del surriscaldamento globale;
Ice on Fire (2019) sulle riduzione delle emissioni e contrasto del cambiamento climatico.
Don’t look up
Ultimo in ordine di tempo è Don't look up, su Netflix, commedia di cui Leonardo DiCaprio è protagonista e che parla, appunto, del modo in cui l'umanità affronta un'imminente catastrofe. Nella commedia, DiCaprio è un oscuro astronomo del Michigan che scopre grazie all’intuizione di una dottoranda una cometa enorme come l’Everest che sta per colpire la terra e distruggerla.
“Se dovessi descrivere Don't Look Up in poche parole - ha dichiarato - , direi che il film fa un'analogia sulla cultura di oggi e sulla nostra incapacità di ascoltare le verità scientifiche. Nel corso della mia carriera ho spesso cercato un film che avesse un sottotesto ambientale ma, proprio come accade per le tante news sul cambiamento climatico, molte persone non vogliono sentirle e fare un film su questo argomento è ancora più difficile. Adam, che si è particolarmente esposto parlando di crisi climatica, voleva davvero fare un film che portasse elementi da commedia nera a quello che sembra essere un problema scoraggiante.
Ciò che Adam fa con intelligenza è usare l'analogia della cometa gigante diretta verso la Terra per vedere come la popolazione umana reagirebbe, sotto il profilo politico e scientifico, e cosa si farebbe al riguardo. Ho pensato a quello che vivono i climatologi, come Micheal Mann per esempio, quando entrano nel mondo dei programmi di news per parlare di crisi climatica. Devono conoscere e usare con cautela il linguaggio dei media, evitando di politicizzare le tematiche e cercando di articolare i fatti nel miglior modo possibile".
Foto d'apertura dal film Don't Look Up