Ecco alcuni utili consigli pratici che puoi adottare per difendere il tuo territorio dall’eccessiva cementificazione.
Ecco alcuni utili consigli pratici che puoi adottare per difendere il tuo territorio dall’eccessiva cementificazione.Giorno dopo giorno stiamo perdendo il nostro paesaggio e la sua biodiversità a causa di politiche del territorio irresponsabili e della speculazione edilizia. Intere aree verdi sono state depredate per costruire complessi residenziali senza alcun rispetto degli abitanti e del loro territorio.
I numeri della cementificazione di quello che ormai possiamo considerare come l’ex Belpaese sono impressionanti: secondo l’Agenzia ambientale europea tra il 1991 e il 2011 ogni anno il territorio urbanizzato è cresciuto di 8500 ettari; secondo l’Istat poi tra il 190 e il 2005 l’Italia ha perso 3 milioni di ettari di territorio, un terzo dei quali agricolo.
Di fronte a questa preoccupante situazione che cosa si può fare? In concreto come è possibile difendere il territorio in cui viviamo da questa selvaggia cementificazione?
Fermare il cemento è possibile solo conoscendo la legge e unendo le forze, cioè creando dei comitati cittadini contro il cemento.
La conoscenza e l’informazione sono alla base di qualsiasi azione civile dunque come prima cosa leggi progetti, documenti, tavole e relazioni insomma informati su tutto ciò che riesci a reperire sul progetto edilizio del tuo territorio che ti preoccupa, chiedendo gli atti alla pubblica amministrazione: è un tuo diritto sancito dalla legge 241/90.
Secondariamente dai vita ad un Comitato di cittadini o a un gruppo associato attivo che condivida obiettivo di protezione territoriale contro un determinato progetto edilizio. Attraverso il comitato si potranno indire manifestazioni di protesta, stabilire incontri informativi e conferenze, trattare con gli organi d’informazione e i mass media, e interloquire sia con le aziende che con gli organi istituzionali al fine di trovare degli accordi in materia di tutela del paesaggio e delle soluzioni pratiche.
Dunque gli strumenti che un cittadino ha a disposizione per mobilitarsi e protestare contro un progetto edilizio che ritiene assurdo e dannoso sono davvero tanti: può ad esempio organizzare manifestazioni e dibattiti pubblici, indire raccolte di firme e petizioni e addirittura un referendum consultivo locale per testare l’opinione dei concittadini, elaborare osservazioni al Piano di governo del territorio (PGT) del proprio comune, produrre opuscoli, campagne di comunicazione, documentari e video virali per smuovere le coscienze, ricorrere al Tar e al Consiglio di Stato e addirittura, come atto estremo, rivolgersi al Presidente della Repubblica.
Fermare il cemento e il consumo di suolo fertile deve essere una priorità per tutti coloro che vogliono vivere in un paese civile: ogni cittadino ha a disposizione molte risorse per far valere i propri diritti e tutelare il territorio in cui vive.
Foto © ras-slava - Fotolia.com