A maggio più di un milione e mezzo di ragazzi in 125 paesi del mondo hanno protestato chiedendo azioni concrete per salvare l'ambiente: ecco chi sono i giovani della Generazione Greta Thunberg.
A maggio più di un milione e mezzo di ragazzi in 125 paesi del mondo hanno protestato chiedendo azioni concrete per salvare l'ambiente: ecco chi sono i giovani della Generazione Greta Thunberg.Miriana ha 16 anni e, da quando ha captato il messaggio di Greta Thunberg, lotta con la madre per fare una corretta raccolta differenziata e limitare lo spreco alimentare. Poi ci sono Alice, Lorenzo, Amy, Yola, Lilly: sono la generazione Greta, alcuni di quel milione e mezzo di ragazzi che in tutto il mondo invocano soluzioni concrete per il pianeta. Se si pensava che i Millennials fossero agguerritissimi sul tema, ci si sbagliava.
Ecco chi sono i giovani simbolo della lotta allo stallo politico sull'ambiente.
Dylan D’Haeze, 16 anni
Come racconta il Guardian, Dylan ha 16 anni ed esprime il suo dissenso attraverso l'arte cinematografica. Quest'anno ha prodotto il suo quarto documentario ambientale, inserito nella serie Kids Can Save The Planet. «Girare dei film mi dà forza perché posso mostrare i problemi e le soluzioni in modo visivo e più facile da comprendere», spiega il giovane cineasta.
Secondo il giovane, che vive nello stato di Washington, il nodo cruciale sta nel convincere il governo e le multinazionali della serietà del cambiamento climatico. Il continuo negazionismo di Donald Trump sul clima lo irrita. A convincerlo ad agire sono stati i detriti sulla spiaggia: «Mi hanno spaventato e mia madre ha suggerito che avrei potuto fare qualcosa, invece di aver paura».
Insieme a lei guiderà una macchina elettrica per sei mesi, attraversando il Paese e filmando tutto ciò che capiterà sotto i loro occhi. Collaboreranno celebrità impegnate nella lotta alla conservazione dell'ambiente, come Moby.
Yola Mgogwana, 11 anni
«Vedo gli effetti del cambiamento climatico ogni giorno», spiega Yola, 11 anni. A Cape Town - come in molte altre parti del pianeta - il meteo è impazzito: piogge torrenziali si alternano a giornate torride che generano terribili siccità.
A gennaio Yola è diventata una volontaria di Earthchild Project, un'organizzazione che si occupa di fare educazione ambientale nelle classi scolastiche e nelle comunità. «L'obiettivo - spiega Yola - è quello di monitorare il cibo a scuola, l'impiego di acqua ed elettricità, e incoraggiare gli altri a ridurre i propri consumi».
Il suo desiderio è mostrare che i giovani ci tengono all'ambiente perché «siamo quelli più colpiti» dal fenomeno. «La crisi è adesso. La gente sta morendo», ricorda Yola.
Amy, 15 anni, e Ella Meek, 13 anni
Amy ed Ella sono due sorelle che vivono nel Nottinghamshire, Regno Unito. La loro missione è convicere le persone, le aziende e le scuole ad adottare un approccio intelligente alla plastica. Studiando i 17 punti del Global Goals Sustainable Development, le due adolescenti hanno appreso quanto pesante sia l'impatto dell'inquinamento da plastica sulla vita marina. Dovevano fare qualcosa.
Hanno lanciato la loro campagna - Kids Against Plastic - e hanno tenuto già il loro primo TED talk sull'argomento. Ad ispirarli il movimento balinese Bye Bye Plastic Bags, creato da due ragazze della loro età. Secondo Amy ed Ella il primo passo è essere informati, ma c'è anche l'incredibile mole di lavoro dei politici da sovrastare. Dopo aver incontrato Michael Gove, hanno dichiarato: «Sembrava interessato in quello che stavamo facendo, ma i politici hanno talmente tante cose sul piatto, che può diventare difficile coinvolgerli».
Harriet O’Shea Carre e Milou Albrecht, 14 anni
Harriet e Milou vivono a Castlemaine, Victoria, Austrialia. La loro più grande preoccupazione sono gli incendi boschivi, come quelli che hanno colpito la regione a gennaio 2019. «Tutto quello che vogliamo è un clima sicuro. Non vogliamo denaro o potere. Vogliamo semplicemente il nostro futuro. Come si può dire a qualcuno che non si ha il diritto di vivere e apprezzare questo pianeta, ed essere al sicuro?», spiega Harriet.
Greta le hai ispirate fortemente a fare sul serio. A febbraio hanno incontrato il ministro e leader dell'opposizione labourista Bill Shorten, che le ha fatte sentire considerate, anche se non hanno avuto un'adeguata risposta.
Lilly Platt, 11 anni
Lilly vive in Olanda e va ogni giorno a scuola a piedi. Lungo il tragitto le capita di raccogliere pezzi di immondizia. «Mio nonno mi ha detto che la plastica sul marciapiede alla fine finisce in mare, così ho deciso di fare qualcosa a tal proposito».
«L'inquinamento da plastica mostra semplicemente che consumiamo troppo. Tutti dobbiamo sentirci responsabili», aggiunge Lilly. Lei crede fortemente che bisogna iniziare dalle scuole e che i politici devono prestare attenzione agli scienziati e ai ragazzi che scioperano. «Ascoltate, pensate e aprite gli occhi per vedere cosa state facendo al pianeta».
Miriam, 16 anni
In molti la chiamano la Greta Thunberg italiana, ma Miriam - come tutti gli altri ragazzi di cui abbiamo parlato - è solo un'adolescente con i capelli lunghi che lotta per il futuro del pianeta. La mattina va a scuola, il pomeriggio studia e si riunisce con il gruppo di Fridays For Future Milano.
A Vanity Fair ha detto: «Io sento che questo movimento andrà avanti nonostante problemi, fake news e nonostante le teorie complottiste riguardo Greta. Che sia seguita da qualcuno o no, dice delle cose giustissime, e questa battaglia è la più urgente di tutte: per questo motivo non moriremo».
Alice, 9 anni
A Roma si batte Alice, 9 anni, e tanta voglia di salvare il pianeta. Dopo aver vissuto in Inghilterra con la sua famiglia, è tornata in Italia. Nel suo soggiorno inglese ha iniziato a interessarsi a Greta, a cui è grata di aver iniziato il movimento.
A Greta dice: «Grazie per aver cominciato questo sciopero: se tu non lo avessi fatto, le persone non si sarebbero interessate al cambiamento climatico».
Lorenzo, 13 anni
Lorenzo frequenta la scuola media Vincenzo Cardarelli di Roma e ha le idee chiare sul disastro climatico in corso. «È colpa dell’uomo se la Terra è oggi in questa situazione, è quasi un suicidio. Perché se la Terra è in pericolo di vita anche noi lo saremo. Per questo siamo qui oggi: per dire no alle politiche attuali, politiche di voluta ignoranza. Noi sentiamo una grande responsabilità, siamo il futuro! Anche se gli attuali governanti sono molto più grandi di noi, il futuro siamo noi».
Come ha dichiarato Lorenzo ai microfoni de La Sicilia, «Manifestazioni di questo tipo devono partire dai noi: dobbiamo sensibilizzare la classe dirigente e poi magari tra un pò diventare noi classe dirigente, facendo scelte che rispettano la natura e vita. Scelte per l’uomo, per la terra e per la natura».
Foto: LaPresse