Nei prossimi anni i cambiamenti climatici determineranno sempre più conflitti armati e lotte per le risorse: è quanto emerge dalla Conferenza internazionale sulla sicurezza di Monaco.
Nei prossimi anni i cambiamenti climatici determineranno sempre più conflitti armati e lotte per le risorse: è quanto emerge dalla Conferenza internazionale sulla sicurezza di Monaco.A febbraio si è svolta a Monaco la Conferenza internazionale sulla sicurezza di Monaco che ha visto diplomatici e politici di tutto il mondo affrontare le tematiche relative al riscaldamento globale e ai suoi effetti sui conflitti e sui flussi migratori.
Dagli anni ’80 a oggi, nei paesi che presentano diverse minoranze etniche, ben il 23% dei conflitti armati è deflagrato in concomitanza con il verificarsi di disastri ambientali.
Patricia Espinosa, la segretaria della Convenzione quadro sul climate change delle Nazioni Unite (UNFCCC), ha chiaramente dichiarato che il cambiamento climatico è un moltiplicatore di rischio che porta a subbugli sociali e plausibilmente anche a conflitti armati.
Il legame tra i cambiamenti climatici e la figura del migrante climatico è ormai innegabile: inondazioni, siccità, tempeste e ondate di freddo polare o di calore eccessivo possono mettere a repentaglio le ricchezze di intere aree geografiche, danneggiando i raccolti e spingendo le persone a migrare oltre confine, aggravando rivalità sopite da tempo e innescando la lotta per le risorse.
Come conseguenza della crescita delle emissioni inquinanti questi fattori climatici aggraveranno la situazione in molti paesi, da quelli caratterizzati da conflitti passati di recente, come il Darfur, a quelli in cui i conflitti sono ancora attuali, come la Siria.
Come ha ricordato Antonio Guterres, il neo eletto segretario dell’Onu, i cambiamenti climatici, insieme al terrorismo e alle epidemie, rappresentano una tendenza globale che occorre affrontare al più presto, ricorrendo a uno strumento che è già disponibile. Ovvero: l’Accordo di Parigi.
Tra le minacce globali ritenute più insidiose, quattro su cinque sono proprio correlate direttamente al clima, soltanto una guerra nucleare potrebbe preoccupare l’economia mondiale più dei disastri ambientali e dei cambiamenti climatici.
Come di recente ha sottolineato la cancelliera tedesca Angela Merkel, sono sorti nuovi conflitti e guerre civili a causa dei cambiamenti climatici e della crescita della popolazione perché, tra questi fattori, c’è una crescente correlazione.
Al momento vi sono fortunatamente alcune aree risparmiate dai conflitti ma, nel prossimo futuro, c'è il rischio concreto che possano anch'esse diventare lo scenario di nuove tensioni o di scatenare nuovi conflitti.
È il caso, ad esempio, dell’Artico in cui si registrano altissime temperature e si prevede a breve una situazione catastrofica per quanto riguarda l’estensione dei ghiacci.
Questa combinazione di fattori rischia di innescare una corsa alle grandi risorse energetiche e minerarie, nascoste sotto la calotta polare.
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