Secondo un nuovo studio pubblicato dall’Institute of Food Technologists (IFT), consumare fiori commestibili potrebbe aiutare a combattere le malattie croniche.
Secondo un nuovo studio pubblicato dall’Institute of Food Technologists (IFT), consumare fiori commestibili potrebbe aiutare a combattere le malattie croniche.Il Journal of Food Science ha recentemente pubblicato un nuovo studio dell’Institute of Food Technologists (IFT) secondo cui i fiori commestibili più comuni in Cina, particolarmente ricchi di polifenoli e con un’ottima capacità antiossidante, sarebbero importanti nella prevenzione contro le malattie croniche.
La cucina cinese da secoli fa uso dei fiori commestibili e da diversi anni anche in Occidente i fiori eduli sono oggetto di uno spiccato interesse: basti pensare ad esempio alla manifestazione Ortinfestival alla Venaria Reale, dove i fiori eduli sono stati al centro di specifici laboratori di cucina condotti da chef stellati.
In cucina è possibile usare i fiori eduli sia come ingrediente base in una ricetta, come condimento o anche solo per guarnire piatti e dessert.
Il loro successo in tavola è dato dal fatto che dal punto di vista nutrizionale sono molto poveri di grassi e ricchi di sostanze nutritive come minerali, proteine e vitamine (A e C): in particolare le viole, i crisantemi e i garofani contengono molto potassio.
Malgrado le loro proprietà siano notevoli non bisogna abusarne perché potrebbero scatenare una reazione allergica, soprattutto nei soggetti più sensibili e vulnerabili, non a caso sono fortemente sconsigliati alle donne incinte e ai soggetti che soffrono di allergie e attacchi d’asma.
Esistono circa 50 specie differenti di fiori eduli e alcuni di questi contengono composti fenolici che sono stati correlati ad attività anti-infiammatorie ma anche a un minor rischio di malattie cardiovascolari e forme tumorali.
I meccanismi antiossidanti determinati dal contenuto di flavonoidi e carotenoidi, le attività anti-tumorali, antiinfiammatorie e anti-invecchiamento degli estratti di fiori commestibili devono essere ancora sottoposti a ulteriori studi prima di trovare un efficace uso in qualità di antiossidanti naturali.
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