La Coldiretti ha diffuso un report che testimonia come negli ultimi 15 anni quasi un italiano su dieci abbia detto addio al consumo di carne.
La Coldiretti ha diffuso un report che testimonia come negli ultimi 15 anni quasi un italiano su dieci abbia detto addio al consumo di carne.Per la prima volta in 15 anni il primato della spesa per cibo delle famiglie italiane è passato a frutta e verdura a discapito della carne.
Si sta attuando una vera e propria rivoluzione delle abitudini alimentari, che spinge i consumatori a rinunciare alle carne, complice anche l'allarme lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità che ha classificato sia la carne rossa come "probabilmente cancerogena per l'uomo" e che gli insaccati come "cancerogeni".
Vuoi per le mode vegane e vegetariane del momento, vuoi per gli allarmismi per la salute, fatto sta che negli ultimi quindici anni il consumo di carne in Italia non è mai stato così basso.
Secondo un sondaggio di Eurispes del 2015, il 7,1% degli italiani si dichiara vegetariano mentre i vegani sono l'1% della popolazione: dunque più dell'8% degli italiani non mangia carne, un dato in aumento se si considera che nel 2014 erano il 5,9%.
Coldiretti, in un rapporto pubblicato ai primi di maggio 2016 in occasione della Giornata nazionale della carne italiana, afferma che quasi un italiano su dieci ha in pratica rinunciato a questo alimento.
Gli acquisti delle famiglie hanno registrato un crollo del 9% per la carne di maiale, del 6% per la carne bovina e dell'1% per la carne di pollo.
A indicare il calo dei consumi c’è anche il fatto che negli ultimi cinque anni hanno chiuso quasi 12mila stalle da carne a causa delle importazioni dall'estero che rappresentano il 40% della carne bovina e il 35% di quella di maiale. Nel nostro Paese sono rimasti appena 80mila allevamenti di bovini da carne, 5mila di maiali e 4500 di polli da carne.
L’importazione di carne dall’estero, associata all’abbassamento di consumo di carne, rischia di mettere a rischio, secondo il rapporto di Coldiretti, 180mila posti di lavoro in tutta la filiera delle carni che produce un valore economico di 30 miliardi di euro.
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