Quella dei reducetariani è un nuovo tipo di alimentazione, sempre più diffusa nel Regno Unito, che punta a consumare meno carne, pesce e formaggio all’insegna del motto «We reduce».
Quella dei reducetariani è un nuovo tipo di alimentazione, sempre più diffusa nel Regno Unito, che punta a consumare meno carne, pesce e formaggio all’insegna del motto «We reduce».Per coloro che non se la sentono di eliminare completamente il consumo di carne, pesce latticini e uova, ma che comunque intendono contribuire alla salvaguardia ambientale seguendo una dieta più ecosostenibile, esiste la possibilità di divenire reducetariani.
Per diventare reducetariani basta ridurre il consumo di carne e, quando la si mangia scegliere sempre solo quella di qualità acquistando carni provenienti da bestiame allevato al pascolo e non quelle derivanti da animali allevati in modo intensivo.
Al motto «We reduce» i reducetariani rinunciano a consumare proteine animali la sera, riducono la dimensione della bistecca al ristorante, provano il tofu, raddoppiano le verdure e provano per una sera a cenare in un locale vegano.
Il termine reducetariani è stato coniato da Brian Kateman fondatore del Reducetarian blog che nel Regno Unito sta avendo grande successo.
Per molti il reducetarianesimo più che una dieta è un movimento, dotato anche di un profilo sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo per raccogliere fondi: in meno di dieci giorni la campagna ha raccolto 20 mila dollari.
L’obiettivo è la diffusione di un’educazione alimentare basata sulla riduzione delle proteine animali: mangiando meno carne si diminuisce il rischio di ammalarsi di tumore e patologie cardiovascolari e in più si riduce l’inquinamento ambientale.
Secondo Kateman seguendo questo modo di nutrirsi si contribuirebbe alla riduzione dell’impatto che l’alimentazione mondiale ha sul fenomeno del riscaldamento globale perché la produzione di CO₂ conseguente al consumo di carne si arresterebbe intorno al 20%.
Insomma quella di diventare reducetariani non è una scelta drastica a differenza invece di chi diventa vegetariano o vegano e il rischio di fallire nel proprio intento è minore.
I reducetariani si prefiggono degli obiettivi facilmente raggiungibili per imparare a mangiare in modo graduale meno carne invece ben l’84% delle persone che decide di diventare vegetariano nel giro di poco tempo torna sui propri passi.
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