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Sanremo 2025: dai testi delle canzoni ai momenti clou

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2025, la senescenza sanremese: il Festival è (di nuovo) invecchiato

I nomi che hanno cantato sul palco dell'Ariston li conosciamo quasi tutti ed è solo il primo segnale della nuova era da boomer che sta vivendo Sanremo

I nomi che hanno cantato sul palco dell'Ariston li conosciamo quasi tutti ed è solo il primo segnale della nuova era da boomer che sta vivendo Sanremo

Sono da sempre convinta che nel raccontarci le stagioni della vita, ad un certo punto ci siamo persi l' età adulta. Abbiamo iniziato a polarizzare le nostre e altrui età anagrafiche, classificando le persone in giovani o vecchie, eliminando il sacro passaggio dell'adulto. Con la prima serata di Sanremo 2025 mi è stato chiaro sin da subito che Carlo Conti è venuto a dirci che il Festival è - di nuovo - invecchiato.

Amadeus, dove sei?

Amadeus - caro Amadeus - ci aveva mostrato che un altro Festival era possibile. A 60 anni suonati aveva accettato in modo maturo e lungimirante, di farsi dare una mano dal José Alberto, (che solo due anni fa ne aveva 14) per fare una selezione artistica che riportasse davanti agli schermi generazioni che il Festival lo schifavano e basta. Mettendosi anche nella prima linea del ridicolo, aveva trasformato le sue gag con Fiorello - ci manchi pure tu, Fiore - in perfette prese in giro per tutti i boomer del mondo. Aveva svecchiato Sanremo a suon di risate e di "stasera si fa tardi", che solo quelli che sono cresciuti in discoteca possono trovare una frase divertente. E noi ci siamo sentiti dei giovincelli, anche se siamo dei dannati e disperati Millennial.

2025, ovvero la senescenza sanremese

Con Carlo Conti al comando le premesse erano chiare sin dalla conferenza stampa. A letto presto. Le lacrime per la mamma e i suoi insegnamenti. Niente monologhi che se no chi le regge le polemiche. Ma il capolavoro del ritornato Direttore Artistico è tutta nella selezione musicale. A parte forse Lucio Corsi – necessario tributo alla quota Indie – chiunque avesse superato i 50 anni poteva citare almeno un successo precedente al Festival di tutti i cantanti in gara. Nessun dubbio su nessun nome e solo due concessioni ai davvero “over” con Marcella Bella e Massimo Ranieri, le cui canzone sono apparse più fresche di tante altre passate in bocca ad artisti più giovani.

Il picco di senescenza sanremese l’abbiamo vissuta con il superospite. Quando Lorenzo Cherubini – che non si rassegna a non fare Jovanotti quando si ritrova un microfono in mano – ha rischiato di rigiocarsi il femore durante l’esibizione (il video è diventato ormai una base meme formidabile), tutti abbiamo capito che gli anni di “Sei come la mia moto/sei proprio come lei”, sono confinati in un passato remotissimo.

Ed eccoci, dunque, non più adulti, ma vecchi, a goderci un festival che ci fa rimpiangere tutto quello che c’è stato prima (pure Baglioni). A goderci la scaletta snella e la successione rapida degli artisti. La bella voce di Giorgia “che magari quest’anno vince, che è pure ora”. La ciliegina sulla torta non può che essere la battuta acidina di Antonella Clerici che, in chiusura, ricorda la giustificazione di Ligabue per presentare un piatto di pasta (quel pizzico di nonsense che non guasta mai). “Ligabue non venne al mio Sanremo, disse che sapevo di sugo. Ci rimasi malissimo”, dichiarò. La ripicca in tarda serata è un grande classico della senescenza: mai abbandonare la nave senza aver prima pareggiato i conti.

Speriamo di cambiare idea

Certo, è solo la prima serata. Carlo Conti ha provato a scaldarsi con qualche battuta sullo strascico di Noemi (“pensa se ora metto un piede qui… e zac!”) e sul trucco di Corsi (“non ti tocco sennò divento bianco!”). Poi si parla solo di Simone Cristicchi e della sua Quando sarai piccola, perché in fondo ci preoccupano molto le malattie degenerative per noi e per i nostri cari. Come certi anziani ottimisti, che non si limitano a rimpiangere i tempi migliori, ci auguriamo di poter sovvertire il nostro giudizio su Sanremo 2025 nel resoconto di domenica. Fino ad allora, ci tiriamo su la copertina sulle gambe e stiamo a guardare.

Christian Turba, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons