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Le coppie Dink aumentano anche in Italia: zero bambini e doppio stipendio

In ascesa anche in Italia, rappresentano una classe sociale spesso molto criticata. Ma chi siamo noi per giudicare una scelta che fa persino bene al pianeta?

In ascesa anche in Italia, rappresentano una classe sociale spesso molto criticata. Ma chi siamo noi per giudicare una scelta che fa persino bene al pianeta?

Double Income, No Kids. O, con un acronimo, Dink. Se siete in coppia e avete deciso che diventare genitori non rientra nei vostri progetti di vita, ecco ciò che siete. Invece di avere una prole urlante - che in Italia equivale a circa 1,20 figli per donna - avete la certezza di non dover spendere soldi in scuole, attività, giocattoli, vestiario e generica cura. La sigla era nota oltreoceano, ma il calo delle nascite registrato anche in Italia mette in evidenza l'etichetta, utile per usare una sola parola al posto della più complicata frase "coppie che usano il proprio denaro per viaggiare e divertirsi".

Cosa significa Dink

"Doppio reddito, niente figli" è un termine nato negli anni Ottanta negli Stati Uniti. Ultimamente, le persone hanno iniziato a usarlo su TikTok per ostentare i loro stili di vita "stravaganti" (almeno per chi ha a che fare con dei bambini). Video in cui si dichiara di dormire otto ore di fila o anche più o si ostentano case immacolate e silenziose. Per non parlare dei messaggi in cui i Dink si elevano a paladini del pianeta.

La verità è che Dink è l'etichetta che identifica coppie che scelgono consapevolmente di non volere figli per investire le proprie risorse nella propria relazione o su obiettivi di carriera. Non coppie che non riescono a procreare, ma che scelgono di non farlo. Si stima che per allevare un bambino siano necessari ben 175 mila euro. Un po' come scegliere di acquistare un miniappartamento, insomma. Va da sé che siamo (ancora) liberi di scegliere di come disporre del nostro denaro.

Le critiche

Non è sempre ben visto chi decide di non bloccare tali risorse nell'allevamento di un essere umano. I Dink, infatti, sono al centro di numerose critiche, spesso lanciate da chi ha fatto una scelta diversa moltiplicandosi insieme al proprio partner, quelle che i Dink chiamano coppie "tristi e perdenti". Ma il dibattito, che come sempre porta a una semplicistica polarizzazione "noi/loro", dovrebbe invece far riflettere sulle ragioni alla base della scelta di avere o no un figlio.

Verso una scelta consapevole

Eppure, avere figli sembra una scelta graniticamente imposta che, se evitata, attira stigma sociale da ogni dove. Che può persino trasformare l'etichetta Dink in un declassamento. Allora forse dovremmo ricominciare da qui, insegnando ai figli dei non-Dink che riprodursi o non farlo resta una scelta libera, una delle più importanti che un essere umano possa compiere. Ti cambia la vita per sempre. Ha un impatto di magnitudo simile a un terremoto in Giappone su ogni aspetto della propria vita.

Libertà, tempo e soldi assumono un significato molto diverso quando nella propria giornata ci sono uno o due bambini a cui badare. Dovremmo tutti riflettere attentamente se è giusto per noi a livello individuale per diventare – almeno – genitori consapevoli, capaci di educare esseri umani migliori, meno impegnati a criticare e pronti a vivere con libertà la propria vita, una scelta alla volta.

Foto di apertura: standret su Freepik