Il 9 dicembre arriva su Prime Video la docuserie dedicata alla coppia più seguita dagli italiani. Ne abbiamo parlato con l'antropologo Marino Niola.
Il 9 dicembre arriva su Prime Video la docuserie dedicata alla coppia più seguita dagli italiani. Ne abbiamo parlato con l'antropologo Marino Niola.Tutto pronto per The Ferragnez. La docuserie in otto episodi che racconterà a 360 gradi la quotidianità della coppia Chiara Ferragni-Fedez, prodotta da Amazon Studios, sbarca su Prime Video il 9 dicembre. Tutte le scene sono state girate fra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, periodo caratterizzato dalla seconda gravidanza dell’influencer (la piccola Vittoria è nata il 23 marzo) e dalla prima partecipazione al Festival di Sanremo del rapper (in coppia con Francesca Michielin). Cosa c’è da sapere, che già non sappiamo, sulla vita di una coppia costantemente sotto i riflettori dei social? Manca poco e lo sapremo. Magari sarà una delusione come il documentario Chiara Ferragni – Unposted, accolto negativamente dalla critica. Chissà. Oppure davvero vedremo qualcosa di nuovo: di sicuro la curiosità è tanta. E non potrebbe essere altrimenti, considerati i quasi 40 milioni di follower che i due possono sommare. Abbiamo parlato della serie e del fenomeno-Ferragnez con l’antropologo della contemporaneità Marino Niola.
Perché i Ferragnez funzionano così tanto?
Gli elementi del successo sono, allo stesso tempo la loro vicinanza e la loro lontananza. In fondo, sono persone in tutto e per tutto come noi. Ciascuna donna giovane, bella e intelligente potrebbe diventare Chiara Ferragni. Ogni uomo che fa rap potrebbe diventare Fedez. Non c’è niente di proibito in loro. Inoltre, incarnano un modo di pensare e valori che sono di moltissime persone, non solo giovani. Allo stesso tempo, però, rappresentano queste doti da persona comune all’ennesima potenza.
A proposito di lontananza, Chiara Ferragni e Fedez sono molto distanti come origini. Lei viene da una ricca famiglia di Cremona, lui dalle case popolari del Giambellino. Anche questo contribuisce al loro successo?
Sì, perché rappresenta un elemento di democrazia. Fedez ci dice che, al di là di come e dove si nasce, in ogni caso è possibile arrivare al successo. Chiara Ferragni arriva da una famiglia importante, già presente nel fashion. Sono la dimostrazione che mettendo insieme chance diverse, si ottiene un vantaggio. Funzionano bene insieme proprio per questo.
Lui inoltre è un uomo sensibile, che non si vergogna di piangere. Mentre lei è una mamma in carriera.
Questi sono altri due elementi forti. Fedez è un uomo che non ha i problemi e i difetti del machismo. Non ha paura di mostrare i suoi lati deboli e incarna le trasformazioni del maschile. Dimostra che si può essere più ricchi accettando questa parte “femminile”. Chiara Ferragni è invece l’incarnazione del femminile contemporaneo, della donna che riesce a fare tutto, senza rinunciare a niente. Non solo mamma o donna in carriera, ma entrambe le cose. I Ferragnez rappresentano l’evoluzione contemporanea dei generi.
Una docuserie del genere sarebbe stata possibile qualche anno fa, senza social?
Non avrebbe avuto molto senso, perché i protagonisti non avrebbero avuto tutta questa fama. Fedez e Chiara Ferragni sono persone in tutto e per tutto come noi, che però sono diventate estremamente famose. Per questo, le persone vogliono sapere tutto di loro. Vuole vederli vivere, letteralmente.
Ma quanto ci può essere di vero, nella loro vita raccontata in una miniserie?
Ci può essere di vero quanto ci può essere di finto, come tutto ciò che vediamo in tv. Succede persino nei tg, è il mezzo che è fatto così. È la natura della televisione, non un demerito dei Ferragnez. Vedremo cose che fanno parte della loro vita, probabilmente non tutte, attraverso un mezzo che è per sua natura finzione.
D’altra parte, le vite degli altri sono uno spettacolo televisivo da un paio di decenni.
Esatto, non è certo una novità. Tutto è iniziato con il Grande Fratello, ormai è storia della televisione. Il fatto è che la gente ama mettere il naso in casa degli altri: una volta si faceva attraverso le finestre oppure con i pettegolezzi, oggi si fa con i social. Una volta bisognava “accontentarsi” di spiare, oggi si può facilmente passare da un reality all’altro con il telecomando.
A proposito, quando ormai 21 anni fa il Grande Fratello sbarcò in tv, lei come accolse la novità?
Pensai che fosse una nuova frontiera della tv e dell’intrattenimento. E anche del voyeurismo, che è una componente dello spettacolo. Una volta si guardavano storie esemplari di persone importanti. Ma nella società di massa, che ha partorito la pop art, chiunque può diventare famoso e qualsiasi cosa può tramutarsi in intrattenimento e gossip. In questo caso non ci si accontenta delle dicerie: abbiamo un mezzo che ci permette di vedere tutto.
Anche i difetti delle persone che “spiamo”. C’è gente che guarderà The Ferragnez proprio per questo?
Certo, ognuno avrà le sue motivazioni. C’è chi guarderà The Ferragnez perché non vede l’ora di trovare qualche difetto. Per la serie: “Anche questa coppia perfetta ha qualche magagna, esattamente come noi”. Altri invece la guarderanno perché vogliono vedere confermata la perfezione di Chiara Ferragni e Fedez. Ognuno, come sempre, vede ciò che vuole vedere.
Senta, il fatto che la politica si affidi ai Ferragnez per lanciare messaggi, penso alla campagna di sensibilizzazione per l’uso della mascherina, è un segnale negativo?
Non c’è niente di male, in fondo testimonial illustri sono stati sempre usati per sensibilizzare su certi temi. Non c’è nulla di anomalo. Se Fedez e Chiara Ferragni si fanno portatori di messaggi positivi, tanto di guadagnato. Lo considero un fatto positivo. Tra l’altro i due non hanno mai fatto mistero di avere un sentire progressista e ogni volta che si esprimono pubblicamente dicono cose intelligenti: avercene di altri Ferragnez...
Quindi la sua opinione, del fenomeno nel complesso, è positiva.
Assolutamente sì, positiva al 101%. E guarderò sicuramente la serie, che mi incuriosisce molto.