I nuovi business digitali: meglio premiare lo spirito imprenditoriale o condannare una mission dettata dal "tutto e subito"?
I nuovi business digitali: meglio premiare lo spirito imprenditoriale o condannare una mission dettata dal "tutto e subito"?Internet, si sa, è un mondo parallelo ricco di opportunità, un universo digitale accessibile a tutti, in cui il singolo può tentare di sviluppare e incrementare le proprie idee e la propria creatività, nell’ottica di ottenere successo e naturalmente un rendiconto in termini monetari, in una continua lotta a colpi di click.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a uno sfruttamento massiccio dei social network e dei blog personali come piattaforme di lancio per nuovi business “veloci”: Facebook si posiziona sicuramente al primo posto per quanto riguarda questo trend, ma chi sono i protagonisti di questo fenomeno di massa?
I fruitori di questa tendenza sono soprattutto donne
Che si tratti di ragazze che vogliono “arrotondare” durante i faticosi anni di studio accademico o che si tratti di donne adulte e impegnate che decidono di reinventarsi, le passioni e gli hobby diventano delle vere e proprie attività: la moda, la cucina, il benessere, il make up, il knitting e tanti altri progetti prendono forma e sono visibili a tutti, in un mercato (quello del web) che offre possibilità di riuscita pressoché infinite.
Focalizziamo l’attenzione in particolare su due attività, diverse tra loro ma che racchiudono perfettamente questo nuovo spirito d’iniziativa: il primo caso è quello dei famigerati fashion blog, il secondo quello dei bijoux homemade.
Capitanate da personalità che hanno raggiunto il successo (apparentemente) grazie al loro senso dello stile e alla loro capacità di comprendere i “what’s new” del momento, le fashion blogger si definiscono appassionate di moda, che amano lo shopping e tutto ciò che riguarda il mondo del beauty.
Aprire un blog è davvero facile, basta una connessione internet e siti quali wordpress.com o blogger.com permettono di pubblicare foto, commenti, articoli secondo i propri gusti: le fashion addicted inizialmente rappresentavano una cerchia ristretta, un gruppo elitario ma, ad oggi, si tratta più che altro di un ennesimo fenomeno di massa sfruttato col solo scopo di ottenere fama e i cosiddetti “soldi facili”.
Attualmente i blog dedicati alla moda sono migliaia e la prassi seguita dalle presunte nuove guru della moda è sempre la stessa: la ragazza in questione abbina capi low cost a pezzi più ricercati, combinando al meglio delle sue possibilità (e al limite delle sue conoscenze in fatto di styling) ogni singolo accessorio, mantenendo però il focus su di lei, la protagonista assoluta, in modo tale che ogni primo piano o grandangolo non si dimentichi che stiamo parlando sì di moda, ma prima di tutto di lei.
Rendendo il tutto un po’ egocentrico, spesso il blog di moda diventa un progetto fine a se stesso, che non vuole esaltare le nuove collezioni o offrire spunti creativi ma semplicemente mettere in mostra quello che la sua autrice ha da offrire (o quello che si può permettere), imitando malamente le socialite che “ce l’hanno fatta”.
Il secondo caso riguarda il fenomeno dei bijoux homemade: ogni giorno le homepage di Facebook e Instagram vengono letteralmente invase da nuove pagine fan che vendono bracciali, collane, anelli, spille e orecchini rigorosamente fatti a mano; i prodotti offerti sono spesso realizzati con materiali scadenti, in cui il rapporto qualità/prezzo diventa un elemento essenziale, a discapito spesso però di qualità e salute.
Ovviamente esistono progetti ben avviati, persone che si possono definire imprenditori a pieno titolo che hanno fatto di queste attività un vero e proprio business ma, come spesso accade, quando un fenomeno diventa “di massa” gli imitatori che offrono un prodotto di pessima qualità a prezzi convenienti (se non stracciati) prendono il sopravvento.
Cosa fare quindi, premiare lo spirito vagamente imprenditoriale di queste ragazze o condannare l’intera mission, dettata inevitabilmente dal “tutto e subito”?
C’è una grande differenza tra il realizzare qualcosa per condividere una passione (che poi ovviamente può diventare, perché no, una possibilità di carriera e crescita personale) e il produrre con uno scopo meramente di lucro.
In conclusione, ogni progetto e ogni idea trovano pieno sviluppo quando la cura per ogni particolare diventa una priorità: è bene quindi apprezzare “lo sforzo” e lo spirito d’iniziativa, ma senza dimenticarsi però che sono i dettagli a fare la differenza, in qualsiasi mercato, in ogni forma di business.
Foto © olly - Fotolia.com