L'ultima tappa del nostro viaggio nella storia del costume da bagno si ferma al trikini e monokini, le ultime e innovative versioni del due pezzi reso celebre da Louis Réard
L'ultima tappa del nostro viaggio nella storia del costume da bagno si ferma al trikini e monokini, le ultime e innovative versioni del due pezzi reso celebre da Louis RéardOggi in spiaggia le donne non indossano più un unico modello di costume da bagno. Con l'ingegno degli stilisti applicato al bikini e alla lycra, è possibile osservare diversi trend. C'è chi continua a preferire il due pezzi, in tutte le sue varianti compreso il tanga. C'è chi invece ha rispolverato il costume intero, chi buttandosi sul baykini e chi scegliendo modelli più intriganti. Tra questi ultimi ci sono il monokini e il trikini, costumi da bagno che ridisegnano il concetto di costume intero sottraendo del tessuto (o, se preferite, che ne aggiungono al tradizionale due pezzi, unendoli tra loro)
Il monokini: storia e diffusione
Il monokini nasce nel 1964 dalla matita di Rudi Gernereich. Il primo modello non lasciava molto all'immaginazione, specie nella parte superiore del costume da bagno. Infatti, era costituito di un ampio pezzo inferiore che copriva e superava l'ombelico, per arrivare fin sotto il seno. Dal centro di questo pezzo partivano due strisce sottili che attraversavano il petto della modella lasciando i seni scoperti.
Oggi questo modello non è più in circolazione, sostituito da costumi da bagno un tantino più accollati nella parte superiore. Ma nel 1964 diede il via al cosiddetto topless swimsuit. L'idea del monokini nacque nella mente di Gernreich come forma di protesta contro la repressione sociale.
Inizialmente il modello non fu nemmeno pensato per essere messo in vendita. Persuaso da Susanne Kirtland "Look" lo commercializzò e conquistò una fama planetaria grazie a Peggy Moffitt, che lo indossò per il numero del 3 giugno 1964 di Women's Wear Daily.
Gernreich vendette 3.000 esemplari di questo costume da bagno, ma solo due persone lo indossarono in pubblico: la prima fu Carol Coda a San Francisco, al Condor Nightclub. La seconda fu la modella Toni Lee Shelley, che lo indossò a luglio dello stesso anno su una spiaggia di Chicago.
Il monokini oggi
Oggi con il termine monokini si intendono due scelte fashion. La prima è quella di indossare solo uno slip, rimanendo quindi in topless (scelta nota anche come unikini). La seconda è di indossare un costume che sembra un due pezzi, ma che in realtà è solo un costume intero che unisce grazie a delle strisce di tessuto, il reggiseno alla mutandina. Lo stesso design è noto anche come trikini.
Trikini: storia e diffusione
Il trikini è un costume da bagno che riunisce in un unico capo un bikini e un modello intero, lasciando però scoperte molte zone del corpo, di solito la pancia e i fianchi. Sembra un classico due pezzi ma non lo è: il terzo pezzo di questo indumento collega la parte superiore a quella inferiore. Di solito può avere una fascia centrale che parte dal centro del reggiseno, o due laterali.
Il primo trikini
Il primo trikini è stato usato in Francia nel 1967 e si è diffuso soprattutto negli anni '70, dove conquistò una certa popolarità tra le concorrenti di Miss Italia: nel 1969 tutte le aspiranti miss indossarono questo modello.
Negli anni gli stilisti reinterpretarono questo modello utilizzando il tricot. Oggi sul mercato ci sono modelli che richiamano lo stile bondage. Tra le sostenitrici di questo design ci sono Monica Belucci, Jennifer Lopez, Jessica Alba e Megan Fox. Questo modello non è adatto a tutta l'estate. Infatti, il suo principale difetto è quello di non permettere un'abbronzatura uniforme. Quindi è consigliato a coloro che hanno raggiunto il colorito ideale e che non possono dunque rovinarsi la tintarella.
Perfetto per gli aperitivi al tramonto, i cocktail party sulla spiaggia e le serate in piscina e tutte quelle occasioni che richiedono un costume da bagno. Se scelto con la dovuta attenzione e abbinato ai giusti accessori (un cappello a tesa larga in rafia, un foulard e degli occhiali da sole vintage), si tratta di un capo di grande effetto.
A chi sta bene
Il trikini valorizza un fisico morbido ma definito nei punti giusti che, grazie agli spazi lasciati scoperti, valorizza il corpo dell'indossatrice. Se si è troppo pienotte o, peggio, troppo magre, il trikini valorizza tutti i difetti: pance troppo evidenti o inesistenti. Quindi provatelo e valutate se quello che vedete vi piace.