Dal 1946 ad oggi l'evoluzione del due pezzi è stata inesorabile e gli anni '90 sono il momento della completa accettazione sociale di questo accessorio da mare, che ben presto viene declinato in moltissime formule diverse.
Dal 1946 ad oggi l'evoluzione del due pezzi è stata inesorabile e gli anni '90 sono il momento della completa accettazione sociale di questo accessorio da mare, che ben presto viene declinato in moltissime formule diverse.No, il baykini non è l'unico costume da bagno che si impone negli anni '90. Il due pezzi si fa leggermente da parte, ma non smette di affascinare le donne e soprattutto le star. "Shape Magazine", rivista dedicata al fitness, in quegli anni dedica molto spazio alle modelle in bikini: la varietà dei due pezzi immortalati è un sunto di tutto il cammino e di tutte le variazioni sul tema che il bikini si è portato dietro dal 1946, anno della sua invenzione, fino a quel momento.
Righe, pois, forme e tessuti: ecco com'è cambiato il bikini negli anni '90
Innanzitutto, come dimostra l'affermarsi del baykini, cambiò la forma dello slip. La mutandina divenne molto sgambata per sottolineare il punto vita e il lato B. Ma ogni stilista trovò il modo di proporre una variazione sul tema.
In principio ci fu lo string bikini, caratterizzato da laccetti per tenere insieme slip e reggiseno. Il monokini o numokini è costituito da due parti, una superiore e una inferiore, collegate tra loro da lembi di tessuto: sembra un costume intero, ma non lo è. Non è nemmeno un due pezzi. Di sicuro non è il costume migliore per costruire una tintarella uniforme.
Per le più audaci in quegli anni si affermò il seekini, un due pezzi che - a causa del tessuto trasparente usato - non lasciava nulla all'immaginazione. All'estremo opposto, per le più pudiche e attente alla salute della propria pelle, si affermò il tankini, un costume formato da una maglietta, spesso giromanica ma aderente, e uno slip molto poco sgambato, quasi coprente, pensato per i fisici più curvy. Sulla stessa scia, fu creato il camkini: stesso concetto ma, al posto della maglietta, aveva una canottina.
Per quanto riguarda colori e fantasie, gli anni '90 furono un proliferare di pois e colori fluo. Le fantasie sono le più varie: ci sono molti fiori tropicali e molte, moltissime righe, tutte rigorosamente colorate. I colori fluorescenti si rincorrono anche nei modelli interi, dove esaltano i corpi. Ma anche sui due pezzi il fucsia e il giallo spiccano insolenti e gioiosi.
Secondo lo storico della moda Olivier Saillard "l'emancipazione del costume da bagno è sempre stata legata all'emancipazione delle donne". Inoltre, c'è un dato interessante sollevato dallo studioso. Questa affermazione è tanto vera quanto il fatto che l'85% dei bikini non ha mai toccato l'acqua.
Secondo Beth Dincuff Charleston, ricercatrice associata al Costume Institute of the Metropolitan Museum of Art, "il bikini rappresenta un salto sociale che include un'acquisizione di consapevolezza del proprio corpo, preoccupazione morale e attitudine sessuale". Quindi non è importante che il due pezzi entrasse in mare, ma che fosse indossato da donne consapevoli e libere di esibire il proprio corpo con il modello e il colore di costume da bagno preferito.