Quando l’economia guarda al make-up per monitorare la crisi. Ascesa e declino del lipstick index, che in tempo di pandemia è appeso a un filo (di rossetto).
Quando l’economia guarda al make-up per monitorare la crisi. Ascesa e declino del lipstick index, che in tempo di pandemia è appeso a un filo (di rossetto).Battezzato nell’ambito del gotha della cosmetica, si potrebbe definire come il più “vanitoso” degli indicatori economici. Il lipstick index si fonda sul seguente assunto: in tempo di crisi si acquistano più rossetti.
Lipstick index, l’indice del rossetto
Il primo a parlarne, nel lontano 2001, fu Leonard Lauder. Se il cognome vi suona familiare, il motivo è presto detto: l’inventore del lipstick index è l’ex CEO di Estee Lauder. L’erede dell’impero dei cosmetici coniò il termine per evidenziare la correlazione tra la recessione che segnò i primissimi anni 2000 e l’incremento nelle vendite di prodotti di bellezza, in particolar modo di rossetti. Il periodo storico era il post-11 settembre: con lo scoppio della “bolla internet”, le vendite di rossetti registrarono un +11%.
Il trucco per sopravvivere alla crisi
Una delle (poche) cose che ricordo dell’esame di Economia Politica è la nozione di “bene surrogato”: io, consumatrice, acquisto un bene come sostituto di un altro bene. Il lipstick index si fonda quindi sulla seguente ipotesi formulata da Leonard Lauder: in tempo di crisi, l’acquisto di un bene voluttuario, ma di costo contenuto (il rossetto), sostituisce altri acquisti che in quel momento non ci si può permettere (come un paio di Manolo Blanhik o una Baguette di Fendi. Giusto per fare due esempi “a caso” dalla mia wishlist). Oltre al fattore prezzo, sarebbe anche una componente psicologica a influenzare il lipstick index: il piacere. Il rapporto costi-benefici di un rossetto è altissimo, perché aumenta l’autostima e ci fa sentire meglio, magari proprio quando il contesto generale non è dei migliori. E ci dà una buona scusa per sorridere più volentieri.
Il rossetto, e soprattutto il rossetto rosso, insomma, può migliorare l’umore anche nei momenti storici più difficili. Non solo di chi lo acquista (e indossa), ma anche di chi ci guarda quando lo sfoggiamo. Prima di Lauder, già nientepopodimeno che Winston Churchill aveva attribuito un valore “strategico” al maquillage labbra: il rossetto costituiva infatti l’unica eccezione al razionamento dei cosmetici ordinato dal Primo Ministro britannico nel corso della seconda guerra mondiale.
Lipstick index: un indice controverso
Ascesa e declino del lipstick index
Settembre 2008, il fallimento della banca d’affari Lehman Brothers fa tremare gli Stati Uniti e proietta l’ombra della crisi a livello globale, dando avvio al terremoto finanziario di cui tutti ci ricordiamo fin troppo bene. Anche in quel frangente, le vendite di rossetti e make-up segnarono un aumento, andando a consolidare la fama del lipstick index.
Oggi, però, questo non viene più considerato un indicatore economico attendibile. I suoi detrattori riscontrano infatti che le vendite di prodotti cosmetici, come i rossetti, sono tendenzialmente calate nelle fasi di recessione, mentre sono cresciute nei momenti più floridi. Pare anzi che l’aumento di vendite, riscontrato da Lauder nel 2001, fosse da attribuire al grande interesse da parte delle consumatrici nei confronti dei brand creati dalle celebrities. È l’economia, bellezza!
Lipstick index in versione maschile: il MUI
Un acronimo che sta per Men’s Underwear Index, letteralmente l’indice delle mutande da uomo. Formalmente analogo al lipstick index, ha però tutt’altro andamento: com’è ovvio che sia, le vendite di mutande, in quanto bene di prima necessità, registrano un andamento costante. Anzi, in questo caso “recessione” fa rima con “flessione”. E no, non stiamo parlando di esercizi ginnici. Ecco, per rimanere in tema make-up, forse preferiamo le (e i) MUA al MUI.
Effetto pandemia: la dura vita del lipstick index, tra Covid e mascherine
Si è rotto l’indice: rossetto batte crisi, pandemia abbatte rossetto, come in una bizzarra versione della morra cinese.
All'inizio fu il primo lockdown: tra pizze e smart working, non abbiamo avuto chissà quali occasioni per truccarci, eccezion fatta per i concerti dal balcone e gli aperitivi su Zoom (dress code: pigiama e Roby Woo di Mac). Poi, è arrivato l’obbligo di mascherina. L’impatto della crisi da Coronavirus ha comportato gravi perdite anche per il settore del make-up. Il rossetto è pur sempre un piccolo lusso accessibile, ma le nostre abitudini sono cambiate tanto da renderlo il trucco più interessato dal calo di vendite.
Sotto la mascherina niente?
Nell’epoca del Covid-19, sembra quasi uno spreco indossare il rossetto sotto la mascherina. Primo, nessuno lo vede (nemmeno noi), e secondo, finisce che c’impiastricciamo tutte. C’è chi lo ha sostituito con le formule idratanti dei burri labbra; ma c’è anche chi non rinuncia a sentirsi più bella, nemmeno sotto la chirurgica: un’elegante manifestazione di cazzimma nei confronti della pandemia. Chi vuol esser truccata, sia: del prossimo DPCM non c’è certezza.
Lo specchietto per non rinunciare allo specchietto. Ecco alcuni tips per conciliare rossetto e mascherina:
- I rossetti nude minimizzano il rischio di sbavatura
- Le tinte labbra garantiscono un risultato no-transfer molto duraturo, non interferiscono quindi con l’utilizzo della mascherina
- Per osare con un rossetto rosso o con nuance molto scure, meglio preparare un’ottima base colorando non solo in contorno, ma tutta la superficie delle labbra con una matita della stessa tonalità del rossetto
- Per massimizzare la durata del rossetto, un utile accorgimento da seguire è quello di appoggiare un foglio sottilissimo di velina (ad esempio un solo velo di un Kleenex) sulle labbra truccate, applicando un po’ di cipria trasparente con un pennello. La cipria che filtrerà sulle labbra farà da fissante, con ottimi risultati.
Prima o poi, ritornerà il colore sulle nostre labbra. Nel frattempo, «Vi ricordate di quando il rossetto era un acquisto consolatorio?» è un argomento da sfoderare al prossimo video-aperitivo.
E adesso scusatemi, ma vi devo lasciare: le quattro pareti di casa mia avvertono l’impellente esigenza che io aggiunga al carrello la trecentocinquantottesima sfumatura must-have per la mia collezione di rossetti color corallo.
Foto apertura: marctran-123RF