La ricca ereditiera ha fatto appassionare chiunque alla sua vita senza nemmeno utilizzare i social: ecco com'è riuscita a creare un mito pur essendo solo “famosa per essere famosa”.
La ricca ereditiera ha fatto appassionare chiunque alla sua vita senza nemmeno utilizzare i social: ecco com'è riuscita a creare un mito pur essendo solo “famosa per essere famosa”.Il curriculum di Paris Hilton è molto ricco: è modella, cantante, attrice, imprenditrice, ereditiera del gruppo Hilton e persino stilista. Ma, come ha dichiarato lei stessa, è soprattutto la prima e "the original" influencer.
Nel 2007 è entrata nel Guinness World Records come la "celebrità più sopravvalutata", ma la verità è che senza di lei non conosceremmo la vita dei baby ricchi. Lei ce l'ha raccontata molto prima di Instagram (cosa che ha fatto arrabbiare suo nonno, che l'ha praticamente diseredata).
Ecco chi è Paris Hilton, la donna che ha inventato le social media star
Paris Hilton nasce a New York il 17 febbraio 1981. È figlia dell'uomo d'affari Richard Hilton, condizione di partenza che le assicura una vita scolastica e sociale nelle migliori scuole della East e West Coast. Infatti Paris non vive solo nella Grande Mela, ma passa qualche anno anche in California. Tra le sue compagne di scuola ci sono bimbe con nomi stravaganti, come Kim Kardashian.
Sin da bambina non ha problemi a posare davanti alle macchine fotografiche. Infatti, la sua carriera di modella inizia sin da bambina e va avanti per molti anni. Tra i primi anni 2000 e il 2007 è sulla cresta dell'onda, per molti senza alcun merito: famosa solo per essere famosa.
Sta di fatto che i giornali la inseguono. La vogliono nei cast di film come Zoolander, un po' come Donald Trump ai tempi di Mamma ho perso l'aereo.
Brevetta frasi che diventeranno dei veri e propri tormentoni come "That's hot", e fa causa a chi la usa senza il suo permesso, com'è successo a Hallmark. La sua frase "Vestiti bene dovunque tu vada, la vita è troppo corta per passare inosservati" è stata aggiunta al dizionario delle citazioni di Oxford.
E tutto questo senza utilizzare Facebook, Snapchat o Instagram.
Paris Hilton: i guai con la legge
Il suo nome appare dappertutto nel 2006, quando viene arrestata per guida in stato di ebbrezza. Nel suo sangue viene riscontrato un tasso di alcol dello 0,08%. Troppo alto per guidare in California. Le ritirano la patente. La rifermano, questa volta per guida spericolata. Le danno la libertà vigilata per 36 mesi.
Ma questo non la tiene lontana dal volante. Nel 2007 viene fermata altre tre volte, sempre senza patente e sempre in condizioni pericolose. Il 5 giugno 2007 finisce in prigione, ma solo dopo aver partecipato agli MTV Movie Awards.
Alcuni giornalisti la difendono, dicendo che se non fosse stata famosa non sarebbe nemmeno finita in prigione. Ma Paris non riesce a fermarsi. La polizia le sta alle calcagna. Finisce dentro per droga più volte. E anche questo aiuta la bionda ereditiera a costruire un personaggio sempre più discusso.
Ma ciò che la rende famosa in tutto il mondo è l'idea che incarna: una vita spericolata, tutta party, droghe, viaggi, migliaia di abiti e tantissimi soldi che non hanno alcun valore se non per essere usati per divertirsi.
Nei primi anni Duemila tutti, nonostante tutto, volevano essere Paris Hilton.
La filosofa di "The American Meme"
Ma il tempo passa e apperentemente l'arrivo dei social non giova a Paris, che sembra quasi inghiottita dalle nuove celebrity che iniziano a monopolizzare le piattaforme. In The American Meme", documentario Netflix dedicato al mondo degli influencer e alla vita dietro le quinte, è proprio Paris a tirare le fila del discorso. Celebrity, like, follower, haters: tutto si riduce ad un'unica angosciante paura, la paura della morte.
Lei, che "sono 20 anni che ho 21 anni e faccio quella vita lì tutta party e serate", ora punta a stare a casa ma senza annoiarsi. Si è inventata un sistema in realtà aumentata che le permetta di dare feste e fare dj set senza uscire da casa. Qualsiasi cosa pur di non far smettere il ronzio di fondo, tutto quel flusso virtuale che ti fa sentire ancora vivo.
Paris ha quasi quarant'anni. Ama fare la dj, lavoro per cui si allena molto duramente. È un'imprenditrice: il suo nome è su 50 boutique in tutto il mondo.
Eppure si chiede: cosa c'è dopo la morte? Non lo sa. Ma se non dovesse esserci niente..."beh sarebbe incredibilmente noioso".
Foto apertura: LaPresse