Spiaggia e piscina possono essere motivo di insicurezza per il proprio aspetto fisico. I consigli per liberarsi della prova costume.
Spiaggia e piscina possono essere motivo di insicurezza per il proprio aspetto fisico. I consigli per liberarsi della prova costume.Tutti gli anni la stessa storia: non appena l’aria inizia a intiepidirsi, ecco che iniziamo a essere bombardati da pressioni per la remise en forme in vista della prova costume. Nemmeno gli esami di maturità ci hanno fatto paura come il terrore che ci viene imposto dai social network, dalla televisione e dagli altri media (e tante volte, spesso inconsapevolmente, anche dalle persone amiche). Durante le festività natalizie mangi l’ultima fetta di panettone e già sai che, da quel momento fino alla fine dell’estate, partirà come ogni anno quel battage finalizzato a farci sentire imperfetti, inadeguati, inadatti a indossare un costume e a godere semplicemente dei caldi raggi di sole sulla nostra pelle.
La prova costume è una battaglia combattuta a colpi di palestra, diete drastiche, detox, digiuni e grassofobia, e può portare a una vera e propria ossessione per il proprio aspetto fisico, a una cattiva percezione di sé con forme di depressione e dismorfofobia, oltre che a disturbi del comportamento alimentare.
Prova costume e diet culture
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La prova costume è figlia della diet culture, un approccio da abbandonare secondo il quale la magrezza è un valore e il sovrappeso una vergogna. Se una volta erano i rotocalchi a proporre la dieta del minestrone per perdere cinque chili in cinque giorni, oggi su Instagram e TikTok pullulano i video che raccomandano diete ipocaloriche improvvisate per raggiungere in pochi giorni il miraggio di un fisico da urlo. Nemmeno chi è magro, però, può mai dirsi davvero al riparo dalle critiche più aspre che si scatenano proprio in occasione della prova costume: il thin shaming altro non è che il risvolto della medaglia del fat shaming.
Intendiamoci: non c’è niente di male nel voler seguire una dieta, seguire uno stile di vita più attivo, sentire di aver bisogno di depurare l’organismo e iscriversi in palestra per tenersi in forma. Il problema nasce dalle pressioni sociali alla base della diet culture. Alimentandosi (è proprio il caso di dirlo) delle nostre insicurezze, ci restituiscono allo specchio un’immagine non obiettiva, ma deformata dalla convinzione che possiamo stare in costume solo se il nostro corpo è conforme a standard irraggiungibili.
La diet culture prescinde da qualsiasi valutazione in merito alla salute, assurgendo la magrezza a paradigma di bellezza e di forma fisica. Viene normalizzato l’essere perennemente a dieta, indipendentemente dalle condizioni fisiche (ad esempio anche se non si è in sovrappeso): questo comportamento porta a vivere in costante conflitto con il proprio corpo, che viene percepito come un qualcosa di “sbagliato”.
L’infelicità è dietro l’angolo, perché a volte nemmeno una dieta può portare al dimagrimento sperato, oppure vengono comunque percepiti o amplificati dei difetti, portando a una preoccupazione eccessiva e immotivata nei confronti del proprio aspetto fisico (dismorfofobia).
Bikini body: indipendentemente dal gender, a tutte le età
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L’espressione inglese con cui ci si riferisce alla prova costume, ossia bikini body, potrebbe infatti pensare che il problema sia soltanto femminile. Soprattutto negli ultimi anni l’incubo della prova costume non riguarda più soltanto le donne, ma è diventato un fenomeno che prescinde dal genere. Anche gli uomini, quindi, possono vivere con ansia il momento della spiaggia o della piscina.
Inoltre il desiderio di avere un bikini body prescinde non solo dal sesso, ma anche dall’età: soprattutto i più giovani (a partire dalla preadolescenza) possono vivere male il confronto con gli altri e rifiutarsi di andare al mare, per evitare di mostrarsi in costume davanti ai propri coetanei.
Pensiamo inoltre all’impatto che la prova costume può avere su chi ha appena avuto un figlio: le neomamme, che tra la gravidanza e il post-gravidanza si trovano ad affrontare grandi stravolgimenti nella propria vita e un corpo in repentino cambiamento. L’idea di doversi preoccupare per i chili in più o per la cellulite può aggiungere allo stress emotivo già in corso un extra carico non facile da affrontare.
Il fat talk
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«Ormai non si può più dire niente»: quante volte ci siamo ritrovati a sentir pronunciare queste parole (oppure le abbiamo proferite noi stessi)? Non sempre è facile rendersi conto, oppure rendere consapevoli le persone che ci stanno attorno, dei discorsi “sbagliati” che comunemente si fanno.
Il fat talk è uno di questi ed è alla base della prova costume: commentare negativamente tanto il corpo degli altri quanto il proprio, oppure sfociare in un vero e proprio fat shaming. Il fat talk non si limita solamente ai corpi, ma riguarda ad esempio i cibi: tutto quello che non viene percepito come healthy o light viene demonizzato, quindi vissuto come un nemico della prova costume. Questo atteggiamento porta a polarizzazioni nei confronti sia del cibo sia del “grasso” in generale, e può portare a livello psicologico a una erronea percezione del corpo.
Consigli per "prepararsi" alla prova costume
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Visto che la bella stagione incombe, e che la nostra voglia di prendere il sole non va mai in vacanza, è bene "prepararsi" alla prova costume con il giusto spirito. Come? Prendendo spunto dalla massima che probabilmente avrete visto sui social almeno una volta: «How to have a beach body: 1. Have a body; 2. Go to the beach». Per avere un corpo da spiaggia, infatti, occorre avere un corpo e una spiaggia (o una piscina). In questo senso, la prova costume richiede, più che altro, consapevolezza da parte nostra. Ecco i nostri consigli in materia:
- Reagire con indifferenza a tutte le forme di comunicazione tossica che riguardano il nostro corpo
- Ignorare le campagne e i messaggi provenienti dai media che ci fanno pressioni per dimagrire con diete ed esercizio fisico forsennato in vista della prova costume
- Mettersi a dieta solo per ragioni salute o comunque per motivazioni personali e, in ogni caso, sempre sotto la guida di un professionista dell’alimentazione
- Seguire uno stile di vita sano per stare bene nel proprio corpo, non con l’obiettivo di conformarsi a standard imposti dalla società
- Evitare di fare fat talk o fat shaming in prima persona, e comunque sensibilizzare i propri amici e conoscenti su queste tematiche
- Essere grati di quello che si ha e che si può fare per stare bene, anziché crucciarsi per quello che non si ha o non si è
- Verificare che i costumi dello scorso anno siano ancora in forma (loro sì che devono arrivare alla prova costume!), altrimenti approfittarne per un po’ di shopping beachwear
- Dire no all’ansia da prova costume, per non vivere con apprensione uno dei momenti più spensierati dell’anno.
Con questi consigli la prova costume assumerà tutt’altro significato e le emozioni a essa correlate potranno essere affrontate e rielaborate lavorando su un nuovo linguaggio, di accettazione, autostima e amore, senza lasciarsi inghiottire dai pensieri negativi.