Quando si ricevono proposte sessuali un po' più spinte da parte del partner, può capitare di mal interpretarle. Di giudicarle, giudicarlo, giudicarsi. Eppure l’amore accoglie i tabù. Ecco come.
Quando si ricevono proposte sessuali un po' più spinte da parte del partner, può capitare di mal interpretarle. Di giudicarle, giudicarlo, giudicarsi. Eppure l’amore accoglie i tabù. Ecco come.Spesso si vede (e, soprattutto, si vive) il sesso come un tabù. Come se ci si vergognasse non solo di raccontare la propria esperienza sessuale, ma anche di viverla in pieno insieme al proprio partner.
L’intraprendenza sessuale e le proposte a sperimentare “nuove posizioni” (piuttosto che modi alternativi di fare l’amore) non vengono allora accolte, anzi: sono filtrate e mal recepite da una delle due parti.
Quando un partner propone lanciandosi e l’altro si frena (e lo frena) reprimendo il desiderio, il rapporto sessuale si spezza. O meglio: si “monotonizza”. Una convinzione che alimenta la “monotonia sessuale” è quella che separa la dolcezza dai tabù: amare qualcuno vorrebbe dire desiderarlo ma “con certi modi” ed “entro certi limiti”.
Un po’ come se esistesse un galateo sessuale per gli innamorati e l’anarchia sessuale per chi non lo è.
Pensare che dovrebbe essere l’inverso. Quando conosciamo e ci facciamo conoscere da qualcuno, entriamo in confidenza con lui. Se questo qualcuno è la persona che amiamo, la confidenza diventa intimità e l’intimità sfocia, con naturalezza, nel piacere reciproco.
L’idea che un tabù sessuale non possa essere infranto da una coppia unita è limitante e giudicante, nei confronti di entrambi i partner.
Se, per esempio, riceviamo una proposta “intima” che ci sembra un po’ azzardata e giudichiamo il partner come “sgarbato” o “interessato ormai solo a quello”, in parallelo stiamo anche giudicando noi stesse.
Che cosa ci impedisce di essere amate e desiderate, al tempo stesso, sessualmente?
Fare l’amore liberamente vuol dire riconoscere il legame tra dolcezza e tabù. Senza timore di sperimentarsi, né di sperimentarlo con l'altro.
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