Quando si resta insieme per i figli

“E vissero felici e contenti”. Fino a un certo punto, quando le cose smisero di funzionare come avrebbero sperato. Che il matrimonio non sia tutto “rose e fiori” è risaputo: ma dall’esserne a conoscenza al prenderne atto (e dirsi “sta capitando proprio a noi”) c’è un livello di consapevolezza diverso.

Fatto sta che quando la relazione, che un tempo sembrava la più stabile della nostra vita, diventa la più fragile e problematica, tutto cambia

Il cambiamento e le rotture emotive si avvertono all’interno della coppia, e non solo: è il nucleo familiare stesso a risentirne. In particolare, quando si decide di rimanere uniti “nonostante tutto”, per salvaguardare i figli dalla sofferenza di un ipotetico divorzio.

Allora si escogitano strategie di sopravvivenza, si mettono in scena sentimenti fittizi, si rinuncia alla possibilità del cambiamento perché il distacco spaventa

I figli diventano l’unica ragione che lega ancora una coppia, dove non ci si ama più. Questa forzatura viene comunque percepita. Sembra un paradosso, eppure le tensioni non manifestate tra i genitori sono quelle che si sentono di più. A volte sono i figli stessi a chiedere se "va tutto bene”, a notare che “la mamma è strana” o che “il papà sembra arrabbiato”. Le risposte a queste osservazioni, nella maggior parte dei casi in cui si opta per la finzione, sono elusive e negano la verità.

Il risultato è ritrovarsi in una famiglia che, per rimanere “formalmente" unita, si frammenta dal punto di vista emotivo ogni giorno di più.

Sarebbe bene rimuovere la convinzione che i figli siano “troppo piccoli” per capire e per accettare una separazione. La loro reazione dipenderà da come sarà trasmesso il messaggio, dalla sincerità emotiva dei genitori e dall’affetto familiare che (in ogni caso) non dovrebbe mancare. Nè dall’una né dall’altra parte.

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