special

ANONIMI

Psiche
Psiche

Codipendenti Anonimi, la storia di Mara

Dipendere emotivamente da qualcuno significa perdersi nelle vite degli altri, trascurare la propria, insieme ai sentimenti. Come uscirne? Mara ci è riuscita rivolgendosi ai Codipendenti Anonimi.

Dipendere emotivamente da qualcuno significa perdersi nelle vite degli altri, trascurare la propria, insieme ai sentimenti. Come uscirne? Mara ci è riuscita rivolgendosi ai Codipendenti Anonimi.

Chi sono i codipendenti? Secondo Mara, nome di fantasia, si tratta di persone non in grado riconoscere i propri sentimenti. Così si focalizzano su quelli degli altri. Si dice che i codipendenti siano più bravi degli altri a percepire le emozioni altrui, per questo vengono scambiate per persone semplicemente empatiche. Ma non è così.

La codipendenza è un fenomeno molto insidioso: uscirne è possibile, rivolgendosi ad esempio ai Codipendenti Anonimi, una fratellanza nata dall'ispirazione offerta da Alcolisti Anonimi.

Mara, 46 anni, ha capito di essere una codipendente durante la separazione dal marito. Lui l'aveva tradita e lei non ha pensato alla sua sofferenza, alla rabbia o al dolore. Ha solo pensato che si trattava di un altro problema da risolvere. E che lei, come ha sempre fatto, se ne sarebbe fatta carico e avrebbe portato a casa il risultato.

Ma lui voleva andare via, non ricucire. E lei, impotente dinanzi alla scelta dell'altro, è precipitata in un baratro.

Quando l'ho scoperto ho pensato che il tradimento era colpa mia, ho pensato a cosa avevo fatto di sbagliato – ricorda Mara –. Poi ho minimizzato, ho pensato che si poteva risolvere e che soprattutto io potevo risolverlo, che potevo gestire la crisi familiare. Lo sfuggire dell'altro, che non voleva che tutto si rivolvesse, mi ha fatto radicare nella disperazione”.

Da lì ci sono state reazioni violente, fuori controllo, finché un parente le ha consigliato il gruppo di auto-mutuo aiuto. “Ho cercato la mia parte di responsabilità e ho scoperto che dovevo ricominciare da me”. La frase magica.

I codipendenti non fanno altro che fuggire da se stessi, riversando le proprie attenzioni sugli altri: quando succede qualcosa a loro, la si vive come un successo personale. Si crea un legame non sano e questo vale per tutti: partner, figli, famiglia. “Perdere il confine con l'altro e creare una massa unica non è sano. Se mi confondo con l'altro, vedo il mio lavoro solo in sua presenza. Se l'altro viene a mancare, c'è un distacco fisico simile al perdere un braccio”.

Foto: Katarzyna Białasiewicz © 123RF.com

Così il 1° febbraio 2015 Mara entra in Codipendenti Anonimi. Di quella prima riunione ricorda di esser andata lì senza aspettative: “Ero molto disperata”. Poi il gruppo ha iniziato a fare il suo lavoro: alcune persone le hanno dato il benvenuto, il proprio numero di telefono, ognuno ha condiviso le proprie esperienze e poi lei ha portato la sua. “Ho parlato e non mi vergognavo. Sentivo che c'erano persone che volevano darmi aiuto”.

Nel gruppo le componenti maschili si sono rivelate molto utili: “Erano tutti i miei potenziali ex mariti che mi stavano dicendo che c'erano degli errori e che si poteva tornare a ridere e a sorridere. Mi hanno infuso speranza”.

Per noi è una malattia. Nasce dal sentire – spiega Mara –. I sintomi sono ansia, preoccupazione, compulsione, pensieri ossessivi e voglia di controllare gli altri”. Condizioni comuni, che in molti possono vivere sporadicamente: il problema è quando diventano frequenti.

Da quando ha iniziato il suo percorso, Mara non ha mai mollato. I momenti “pericolosi” sono quelli in cui va tutto abbastanza bene, “quando ci si è messi a posto col passato – spiega Mara –. Ho notato che quando abbasso la mia soglia di attenzione con la codipendenza, ci sono delle cadute”. Il programma è quotidiano, aiuta a stare meglio. Tanti quando stanno bene si allontanano dalle stanze. Ma Mara non crede che si guarisca.

Per questo la guardia deve restare alta e si consiglia di rimanere nel gruppo.

Con Codipendenti Anonimi Mara è completamente rinata. "Sono una donna separata, non ho una relazione, vivo con i miei figli, ma ho un modo di concepire la vita completamente diverso, sia nell'affrontare i problemi sia nell'accogliere di volta in volta ciò che la giornata proprone. Non muoio più dentro il problema".

Mara ha vissuto all'estero per due anni e si è chiesta cosa volesse davvero dalla vita. Spaesata, ha provato ad avere una nuova storia, ma non è andata bene. Il rischio di cadere nell'anoressia relazionale è alto. Ma non ha paura: "Provo, so fermarmi con rispetto, dire no, rimanendo integra". Anche il sesso può essere uno strumento per creare codipendenza.

Per uscirne, il primo passo è essere consapevoli del problema e che la codipendenza ha reso incontrollabile la nostra vita. Nel momento in cui l'ammetto, posso cercare gli aiuti più consoni a come sono. La prima cosa da fare è uscire dalla negazione.

"Oggi ringrazio il mio ex marito che mi ha tradito perché altrimenti non mi avrebbe liberato da quella gabbia che era il nostro matrimonio. Per 42 anni ho vissuto anestetizzata: ora sento di vivere".

Foto apertura: Katarzyna Białasiewicz © 123RF.com

Tipsby Dea

Come contattare Codipendenti Anonimi

Si può contattare Codipendenti Anonimi attraverso il sito internet o il numero di telefono +393475596113.